Tre persone morte sul lavoro dall’inizio dell’anno in provincia di Arezzo, due di queste in Valdarno. Cgil Cisl e Uil scrivono al prefetto: “Situazione inaccettabile, servono azioni dirette per affrontare questo dramma”
Tre morti sul lavoro in poco più di tre mesi, in provincia di Arezzo. Due di queste in Valdarno, nel settore dell'agricoltura e della forestazione: è il 31 marzo quando Hector Valder Apodine resta schiacciato sotto il trattore con cui stava lavorando nei campi di Odina, sopra la Setteponti. Passano appena due settimane, e Constantin Ciobanu, operaio agricolo, resta ucciso nei boschi del Pratomagno, travolto da un albero pericolante.
Un trend preoccupante: già nel 2014 Arezzo era risultata la seconda provincia della Toscana per morti bianche, con 10 decessi nel corso dell'anno. Tanto che i sindacati adesso alzano l'attenzione: e scrivono al Prefetto di Arezzo, chiedendo un incontro urgente.
"Il settore oggi più interessato è senza dubbio quello dell'agricoltura – spiega Marco Rossi, responsabile del Dipartimento salute e sicurezza per la Cgil – ma con l'edilizia in testa, tutti i settori produttivi e commerciali sono tragicamente interessati da questo fenomeno".
Gli fa eco Fabrizio Fabbroni, responsabile per la Cisl alla Sicurezza, che aggiunge: "Certo, servono iniziative come quelle della Giornata Mondiale alla Salute e Sicurezza del 28 aprile: ma più che altro serve personale e servono dirette azioni per affrontare questo dramma".
Nella lettera al Prefetto di Arezzo, Cgil Cisl e Uil chiedono nello specifico "un urgente incontro riguardante le tematiche correlate alla tutela della salute nei luoghi di lavoro, stante il continuo crescere degli incidenti sui luoghi di lavoro che hanno avuto, purtroppo, anche esiti mortali. Riteniamo necessaria la presenza al tavolo le locali dirigenze di INAIL, Dipartimento Prevenzione ASL, Direzione Territoriale del Lavoro e le Forze dell'Ordine preposte alle attività ispettive".