Poco trapela dagli istituti comprensivi di Montevarchi, dove la misura decisa dall’amministrazione comunale viene concretamente applicata. Molti insegnanti si sono opposti all’ipotesi di spostare in un’altra zona i bambini a cui viene somministrato il pasto alternativo. Oggi conferenza stampa del sindaco Silvia Chiassai Martini
Ha fatto discutere, arrivando fino alle cronache nazionali, la decisione dell'amministrazione comunale di introdurre un pasto alternativo, a base di pane con l'olio e frutta, ai bambini e ragazzi di famiglie che, dopo un mese di solleciti, continuano ad essere morose nel pagamento del servizio mensa. Da più parti politiche è stato chiesto al sindaco un passo indietro, mentre interrogazioni in Parlamento e Senato sono state depositate da membri Pd e M5S.
Ma la questione ha aperto un difficile confronto anche dentro le scuole. Tanto che dagli istituti comprensivi in pochi hanno voglia di parlare. Perché è proprio l'applicazione di questa misura, il passaggio più delicato: e questo avviene dentro la scuola. "Vorrei che la scuola rimanesse fuori da questo contenzioso tra famiglia, comune e mensa… la scuola ha al primo posto l'inclusione e l'accoglienza…tutto il resto va lasciato agli altri", ci dice una insegnante di una scuola primaria di Montevarchi.
Su una cosa c'è stata opposizione praticamente ovunque: quella dei tavoli separati per i bambini a cui viene somministrato il pasto alternativo. "Sarebbe previsto un tavolo in disparte ma su questo siamo state categoriche", aggiunge l'insegnante. Niente separazioni, dunque: i docenti hanno voluto che tutti i bambini rimanessero uniti.
Sui numeri, nella giornata di ieri Palazzo Varchi ha fatto sapere che dal 3% di morosità la quota è calata, e si parla di circa una ventina di casi sugli oltre 1700 che sono iscritti alla mensa comunale. Oggi pomeriggio il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, dopo aver incontrato anche i dirigenti scolastici, terrà una conferenza stampa per chiarire ulteriormente la posizione dell'amministrazione.