26, Novembre, 2024

Mensa, Chiassai ferma sulle sue posizioni. “Così si combatte la morosità. Gli irresponsabili sono i genitori”

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Conferenza stampa della prima cittadina dopo lo scalpore sul pane e olio riservato ai figli di famiglie morose. “Da stamani tutti in regola, chi non ha voluto utilizzare la mensa ha inviato il pranzo da casa”, annuncia. E sulle accuse di discriminazioni: “La colpa è delle famiglie che, pur potendo pagare, hanno continuato a non farlo. Deve passare il messaggio che noi non tolleriamo questi atteggiamenti”

Non si muove di un passo dalla sua posizione, il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini. In una conferenza convocata "per fare chiarezza su questa vicenda" ribadisce che la strada intrapresa per combattere la morosità nel servizio mensa "è quella giusta, e lo dimostrano le cifre. Perché da questa mattina anche gli ultimi 19 si sono messi in regola, rispondendo finalmente al comune, e hanno deciso di non usufruire della mensa ma inviare il pasto da casa. Forse pensavano che non avremmo avuto il coraggio di andare fino in fondo: ma noi dobbiamo tutelare il comune e non possiamo accettare che i 'furbetti' si approfittino, come è stato in passato". 

La prima cittadina ricostruisce la vicenda. "Mi sono insediata un anno e mezzo fa, con un buco nelle casse comunali di 531mila euro nei servizi mensa e scuolabus. Abbiamo deciso che non era tollerabile, e quest'anno abbiamo cambiato metodo: conto prepagato per usufruire di questi servizi". Per la mensa, nello specifico, "abbiamo dato 30 giorni di tempo alle famiglie per mettersi in regola, continuando a somministrare il pasto. E abbiamo sollecitato con telefonate, messaggi e mail a mettersi in regola. Ebbene, nonostante questo 38 famiglie hanno continuato a non pagare, e da lunedì ai bambini, per evitare di lasciarli digiuni, è stato servito loro pane con l'olio e frutta". 

Nel frattempo si è sollevato il caos, un terremoto di polemiche. "Ma si sono mosse accuse a un comune che sta facendo il suo lavoro: semmai, anche di più, visto che si è sostituito ai genitori, somministrando comunque un pasto. Sono le famiglie a non aver provveduto, nonostante il tempo che abbiamo dato e i numerosi avvisi. La responsailità è la loro". Da ieri le famiglie che non pagavano erano scese a 19, e stamani c'è stata una ulteriore evoluzione: "Finalmente anche le ultime 19 famiglie hanno risposto al comune, scegliendo come è loro diritto di non usufruire della mensa. Danno un pasto alternativo ai figli. E così, oggi, noi abbiamo chiuso la questione: il 100% di chi usufruisce della mensa è in regola con i pagamenti". 

E le critiche sulle discriminazioni per quei bambini che hanno mangiato in maniera diversa dai compagni? "Hanno mangiato al tavolo con gli altri, non c'è stata separazione. Semmai, mi preme ricordare che quei circa duecento che hanno scelto di non usufruire della mensa mangiano il pasto da casa in un'altra stanza, per via delle norme igienico sanitarie: e quella, secondo voi, non è discriminazione?", punta il dito Chiassai. Con gli istituti, aggiunge, "c'è stata collaborazione e di questo li ringrazio, anche perché dirigenti scolastici e insegnanti si sono presi carico della parte più delicata, quando il comune lo ha richiesto". 

C'è poi la polemica politica: "Mi spiace che questa vicenda sia stata strumentalizzata dalla parte politica avversa. Ai parlamentari e senatori Pd che hanno annunciato interrogazioni, vorrei solo dire che mi auguro che il caso di Montevarchi sia utile ad aprire una riflessione sulla necessità che il Governo prenda provvedimenti, rendendo il servizio della mensa non più a domanda individuale, ma come servizio essenziale garantito. Solo così si potranno superare i problemi che questa vicenda ha evidenziato. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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