23, Dicembre, 2024

Meno di 2 casi ogni 1000 abitanti: i numeri del Covid in provincia di Arezzo. Il punto sulle morti in Rsa

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I dati di quasi sei mesi di emergenza sono stati illustrati dalla Direttrice Sanitaria Simona Dei e commentati dal Direttore generale Antonio D’Urso. Per quanto riguarda i decessi, spicca il numero relativo alle Rsa in Valdarno: 22 morti a Montevarchi, 14 a Bucine

I casi Covid ogni 1.000 abitanti in provincia di Arezzo sono stati 1,99: meno della media regionale, che è del  2,81 in Toscana, e di quella nazionale, che è del 4,10. In valori assoluti, nei quasi sei mesi di emergenza, per la precisione tra il 24 febbraio e il 31 luglio,  si sono verificati ad Arezzo e provincia 683 casi di contagio. A dirlo sono i dati illustrati oggi da Simona Dei, Direttrice sanitaria della Asl Toscana Sud Est. 

Anche la percentuale dei guariti, nel territorio provinciale aretino, ha registrato una situazione migliore della media. In Italia è stata di quasi l’81% e in Toscana dell’85,49%. Nella provincia di Arezzo i guariti sono stati 615 con una percentuale del 90,04%. I decessi invece sono stati 49, che rappresentano il 7,17% del totale dei casi. In Toscana si è arrivati al 10,82% e in Italia al 14,20%. Alla data del 31 luglio, la provincia di Arezzo registrava ancora 18 casi positivi. In percentuale il 2,64% contro il 3,69 regionale e il 5,02% nazionale.

E sul fronte dei decessi, purtroppo, spicca il Valdarno. In particolare le Rsa, le strutture che hanno vissuto i giorni più bui durante l'emergenza. Quella di Montevarchi ha registrato 47 positivi, 22 deceduti e 25 guariti. Quella di Bucine 34 positivi, 14 deceduti e 20 guariti.

I tamponi e i test sierologici. Nei 158 giorni, fino al 31 luglio, in provincia di Arezzo sono stati fatti 41.259 tamponi, con una media di 120,41 per 1.000 abitanti. I test sierologici sono stati 28.970 con una media di 84,55 per 1.000 abitanti.

I dati sono stati commentati dal Direttore generale della Asl Tse, Antonio D'Urso: “Tra le motivazioni che hanno visto meno contagi, più guariti e meno decessi della media regionale in provincia di Arezzo, c'è la densità della popolazione e la conformazione del territorio, una cultura organizzativa territoriale della sanità molto forte, un approccio organizzativo dell'ospedale San Donato altrettanto forte e multiprofessionale, uno sforzo eccezionale e di alta qualità del Dipartimento di prevenzione”.

“Abbiamo messo in sicurezza il San Donato come tutti gli altri nostri ospedali, potenziato le attività maggiormente coinvolte come malattie infettive, terapia intensiva e pneumologia. Abbiamo lavorato in ospedale ma anche sul territorio con le Usca”, ha aggiunto D'Urso. “Abbiamo valorizzato tutte le competenze e le professionalità accumulate nel corso degli anni e, contemporaneamente, abbiamo imparato molto. Il futuro sarà  segnato da dispositivi di protezione individuale e visiere, dalla sorveglianza degli operatori, dai criteri di separazione e flessibilità nell'organizzazione degli spazi ospedalieri, dal concetto di multiprofessionalità. Con i dati forniti oggi voltiamo una pagina ma non chiudiamo certamente una storia. Continueremo a lavorare valorizzando ulteriormente non solo il nostro personale ma anche il rapporto con i cittadini, le comunità locali e i Sindaci che le rappresentano. I risultati positivi sono di tutti e ci spingono ad andare avanti. E lo faremo anche non dimenticando quei pazienti che non ce l'hanno fatta”, hanno concluso D'Urso e Dei. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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