Dovrà pagare oltre 32mila euro un medico osterico della Gruccia: svolgeva attività libero-professionale nonostante fosse in congedo retribuito. Riconosciuto dalla corte dei Conti il danno erariale. È la seconda sentenza che riguarda il professionista per l’attività svolta dal 2010 al 2012. Aperto un procedimento anche dalla Procura di Arezzo per truffa aggravata e continuata.
Svolgeva attività libero professionale mentre era in congedo retribuito: condannato per la seconda volta dalla Corte dei Conti un medico ostetrico dell'ospedale della Gruccia. I fatti risalgono al periodo 2010-2012 e sulla questione è aperto anche un procedimento presso la Procura di Arezzo per il reato di truffa aggravata e continuata.
Il professionista nel 2010 aveva ottenuto dall'Asl 8 un congedo retribuito di un anno (poi rinnovato a giugno 2011 per un ulteriore anno) per assistere la madre portatrice di handicap. Il medico ospedaliero, però, da quanto è stato appurato anche dalla Guardia di Finanza di San Giovanni che ha informato la Corte dei Conti nel febbraio del 2013, ha svolto in tale periodo attività libero professionale. Allo stesso tempo non era domiciliato con la madre (presupposto necessario per il congedo), ma abitava con la moglie e i figli.
Nel provvedimento di congedo l'Asl aveva sottolineato: “la sospensione del rapporto di lavoro determina la sospensione di ogni altra attività lavorativa ad esso collegata, compresa la libera professione extra muraria”.
"Dagli accertamenti istruttori svolti dalla Guardia di Finanza – si legge nell'ultima sentenza della Corte dei Conti della Toscana pubblicata in questi giorni – è emerso che il dottore aveva svolto sistematicamente (in quattro casi accertati nel periodo giugno 2011 – giugno 2012) ed in 28 casi nel precedente periodo (15 giugno 2010-30 giugno 2011, ndr), l’attività di ginecologo a titolo di attività libero – professionale (nonostante il divieto)".
Il ginecologo ostetrico è stato condannato, con sentenza del 26 agosto, per un danno erariale di 33.207 euro, per il periodo 2011-2012 ai quali vanno aggiunti interessi, rivalutazioni e spese di giudizio (oltre 400 euro). Mentre con la sentenza del 19 agosto 2013 era stato condannato anche per il periodo precedente (2010-2011): in questo caso erato appurato un danno erariale di 48.985,23 euro ed il medico al pagamento di 3.600 euro.
Nella difesa del primo giudizio il legale del medico ha sostenuto: "l’attività libero professionale extra – muraria è un’attività del tutto liberalizzata, che non ha nessun collegamento con il rapporto di lavoro subordinato intrattenuto dal personale medico con il S.S.N. e che l’esercizio della stessa risulta in concreto pienamente compatibile con le esigenze di assistenza al proprio familiare, ai sensi del decreto legislativo n. 151/2001, non essendo vincolata ad orari e turni predeterminati, come quella svolta all’interno dell’Unità operativa del dottore”. Tesi respinta dalla Corte.
Il primo procedimento è stato avviato a seguito della segnalazione partita dal Direttore della U.O. di Ostetricia e Ginecologia della Zona Valdarno. Per la cronaca l'8 marzo del 2012 è stato firmato un accorto conciliazione tra l'Asl ed il professionista per il periodo 2010-2011, ma che non ha avuto effetti sul giudizio della Corte dei Conti che ha condannato l'ostetrico.