Il deputato valdarnese Massimo Artini a distanza di tempo dall’espulsione dal Movimento 5 Stelle e dalla nascita di Alternativa Libera parla di politica e del lavoro da portare avanti in Valdarno
Non ha presentato ricorso per essere reintegrato: Massimo Artini ex deputato M5S e attualmente in Alternativa Libera, parla di politica e dell'attività da svolgere in Valdarno.
Eletto nel 2013, insieme a Samuele Segoni, tra le fila del Movimento 5 Stelle, nel novembre 2014 viene espulso e successivamente confluisce in Alternativa Libera. Non lo ha fatto e non intende presentare ricorso per il reintegro nel Movimento, come invece hanno fatto altri, ma intende continuare il suo impegno e il suo cammino politico anche in Valdarno.
Quale strada hai intrapreso dopo l’espulsione? Come è strutturata ad oggi Alternativa Libera e quali sono i vostri obiettivi?
"Dopo l’espulsione non mi sono sentito spaesato ed arreso, perché non era un simbolo che mi aveva mosso, ma le parole di cambiamento e di rivoluzione culturale che erano mie a prescindere dall’appartenenza da un gruppo. Per questo motivo insieme ad altri colleghi ci siamo impegnati per creare uno strumento, un mezzo per fare politica che potesse garantire quella prospettiva di democrazia partecipata e consapevole che era alla nascita del primo risveglio delle coscienze operato da Beppe Grillo".
"Alternativa Libera è ad oggi una componente parlamentare, che ha sul territorio oltre 40 associazioni locali che coprono 12 regioni. Per non lasciare in mano tutto al gruppo parlamentare le regole che ci uniscono e che uniscono i territori, definisco un passaggio fondamentale, che è il passaggio costituente, un vero e proprio percorso programmatico".
E in Valdarno?
"Anche in questo caso, la scelta dei gruppi locali di aggregarsi ad Alternativa Libera è stata fatta nella piena consapevolezza, dopo un anno in cui (pur rimanendo in contatto e supportando l’attività locale con l’attività parlamentare) i cittadini nei territori avevano avviato processi politici in autonomia. L’aver mantenuto la direzione verso una partecipazione e una democraticità in tutte le nostre scelte (sempre compiute con le associazioni che via via si aggregavano al progetto), ci ha resi fortemente credibili. Tant’è che nel Valdarno ci sono 4 associazioni (Montevarchi, Figline e Incisa Valdarno, Terranuova Bracciolini e Loro Ciuffenna) e già è stata costituita l’associazione d’ambito Valdarno, così da poter agire in maniera compatta su tutto il territorio valdarnese, a prescindere dalla illogica divisione provinciale, sanitaria e amministrativa".
"Tra gli obbiettivi una attenzione particolare alla gestione dei rifiuti nel Valdarno (in entrambe le province) e alla Sanità (ridotta ormai al lumicino nella nostra vallata). Da non dimenticare la battaglia per l’acqua pubblica e di qualità che, insieme ai comitati, stiamo portando avanti attivamente. Argomenti che toccano da vicino le vite dei miei concittadini valdarnesi e sui quali argomenti, insieme anche al collega Segoni, stiamo lavorando".
Cosa pensi dell’ordinanza del giudice di Napoli e quali effetti produrrà nel movimento? Pensi che ci saranno profondi cambiamenti interni?
"Verrà proposto una soluzione gattopardesca: cambiare qualcosa perché nulla cambi. Detto questo la motivazione dell’ordinanza sancisce quello che da anni stavamo dicendo, fino dalla selezione per le parlamentarie del 2013, soprattutto nei gruppi del Valdarno. Le regole erano e sono volutamente fumose, il fatto che si sia subito corsi ai ripari con una votazione (scusate una ratifica) on-line, certifica che l’attuale non statuto non sia legale e non gararantisca la democraticità e trasparenza tanto decantata dai vertici del M5S. Il Movimento 5 Stelle è fatto per non cambiare: la scomparsa di Casaleggio non ha modificato niente nell’indirizzo comunicativo/commerciale di quella forza politica".
Hai fatto ricorso anche te o pensi di farlo (e per quale motivo)?
"No, non farò ricorso: presentai una domanda nel 2014 di valutazione da parte del collegio dei probiviri, ma era una sorta di provocazione, un po’ come la proposta di Beppe Grillo di candidarsi a segretario del PD nel 2009".
La democrazia interna ai partiti è un tema sempre più di attualità e non solo per il 5 stelle. Come pensi che dovrebbe essere affrontata la questione?
"La questione va affrontata garantendo la necessaria democraticità e trasparenza. In primo luogo dei bilanci e nei processi democratici di formazione del pensiero politico di una forza politica. La garanzia, ad esempio, che i ruoli esecutivi abbiano la dovuta rotazione (non obbligatoria, ma con scadenze e mandati certi). In tutti i partiti e le forze politiche il tema è molto sentito e credo sia anche di interesse anche dei cittadini, benché minimo rispetto ad altri problemi più concreti".
"Come Alternativa Libera abbiamo rivoluzionato il modo di rendere democratico il processo politico all’interno delle nostre associazioni, portando il concetto che tutti sono partecipi e proprietari del nome e del simbolo del movimento, nessuno è titolare e nessuno delega all’uso del simbolo e del nome. Chiunque si associa ad Alternativa Libera è esso stesso proprietario del movimento, con un livello di partecipazione e di trasparenza senza eguali. Questo sistema è diverso da tutti, per cui non c’è un segretario di partito o un capo politico che mi autorizza a lavorare sotto un simbolo, ma sono le stesse associazioni locali che, di fronte alla commissione elettorale si autocertificano, perché parte completa di un progetto politico e non per concessione di un padre padrone. E questo è già stato verificato alle ultime elezioni amministrative in varie zone d’Italia".