Fiom Cgil, Uilm UIl e Fim Cisl della provincia di Arezzo hanno organizzato un presidio fino alle 10.00 davanti all’azienda terranuovese
35 esuberi e mancanza di una prospettiva futura. Sono questi due aspetti che Fiom Cgil della provincia di Arezzo lamenta sulla situazione dello stabilimento ABB di Terranuova, l'azienda ex Power One, leader nelle tecnologie per l'energia e l'automazione. Nella mattina si è tenuta una manifestazione di protesta davanti ai cancelli dello stabilimento.
Alessandro Tracchi, segretario provinciale di Arezzo Fiom Cgil: "Il 2017 doveva essere un anno di rilancio invece i segnali che arrivavano dall'azienda rispetto all'andamento produttivo ci lasciavano forti perplessità. Abbiamo chiesto, quindi, un incontro e lo abbiamo avuto il 19 settembre. Ci hanno detto che i segnali positivi dal mercato non arrivavano e che stavano predisponendo una revisione di budget di circa il 20%. La perdita preventivata a chiusura dell'anno coinvolgeva sia il settore del solare, gli inverter, sia il caricabatterie, ovverosia il prodotto del futuro. Il budget che predisporranno non sarà molto superiore all'andamento del 2017. L'azienda ha annunciato che tutto l'impegno assicurato nel riequilibrio dei costi dello stabilimento sarà disatteso e la decisione di 35 esuberi con la procedura della mobilità. Per noi è del tutto irricevibile".
"Abbiamo discusso sui motivi che hanno condotto a questa situazione perchè è il terzo anno consecutivo, infatti, che l'azienda ha perso mercato con dinamiche particolari: nel 2015 sceglie di abbandonare il mercato americano perchè lo ritiene poco redditizio e non si preoccupa di aver un portafoglio di clienti sostitutivo, nel 2016, rendendosi conto dell'errore fatto, dice che mancano prodotti per recuperare il mercato americano, nel 2017, finalmente arrivano i prodotti, ma oggi scopriamo che non è in grado di penetrare quel mercato".
"La proposta dell'azienda è totalmente irricevibile perchè dovrebbe riconoscere quelle che sono state le cause e le sue responsabilità. Tra l'altro non c'è soltanto il problema dei 35 esuberi dichiarati. Conoscere quello che potrebbe essere il budget del 2018 ci lascia poco sereni sul futuro e le sorti dello stabilimento. Partire dall'idea che anche il prossimo anno non avrà caratteristiche di recupero degli spazi di mercato ma avrà soltanto un leggero incremento ci lascia perplessi anche su quelle che dovranno essere le discussioni future".
"Noi vediamo un forte rallentamento e ci dispiace di registrare che siamo davanti a un'azienda che fa solo il proprio conto economico, e se non raggiunge un andamento positivo l'unica ricetta è tagliare i posti di lavoro. Ormai viviamo questa situazione da tre anni. Rispetto all'equilibrio dei costi abbiamo fatto accordi con la società. Il fine doveva essere la salvaguardia dei posti di lavoro e oggi si scopre che chi ci rimette sono i lavoratori con la perdita del posto".
"L'azienda dovrebbe interrogarsi sul perchè non si vendono gli inverter e dovrebbe attivarsi per recuperare il mercato americano, che ha rappresentato sempre il grosso del business. Invece, purtroppo, manca una svolta di prospettiva".