Il libro, realizzato da “Libera” l’associazione contro le mafie, contiene indagini e inchieste nella provincia di Arezzo e nel Valdarno aretino e fiorentino dal 1999 al 2017. L’autore Fulvio Turtulici: “È un racconto che narra l’evolversi del fenomeno mafioso attraverso fatti nudi e crudi che ci riguardano”
Si chiama "Trame criminali" il libro che contiene quasi venti anni d'indagini e inchieste sulla mafia nel nostro territorio nato grazie all'associazione contro le mafie "Libera". Una lunga ricerca attraverso l'analisi degli articoli pubblicati in giornali e riviste realizzata da Fulvio Turtulici, che racconta dell'importanza della conoscenza e del non sottovalutare il fenomeno.
"Ci si chiede il perché di questo opuscolo sulla nostra provincia toscana – afferma Turtulici – dove non ci sono amministrazioni locali sciolte per mafia o amministratori indagati. La risposta è che, noi dell'associazione, siamo consapevoli di quanto sia importante informare in relazione a come agiscono le mafie nel nostro territorio, così da prevenirle e fermarle prima che sia troppo tardi. L'ex pm, ed oggi presidente Anac, Raffaele Cantone riferendosi alla provincia aretina e al Valdarno disse: l'attività malavitosa è iniziata negli anni '80, seguendo la scia dei soldi per la direttissima ferroviaria. Ci si sono trovati bene: una provincia tranquilla, l'ideale per lavorare nell'ombra"
"Ciò che si ipotizza nelle indagini non può non destare inquietudine – spiega Turtulici – Alcune delle maggiori opere pubbliche del Valdarno in questi anni sono finite nelle carte degli inquirenti e della cronaca: dalla variante alla Sr 69 al ponte Leonardo; ditte ritenute dagli investigatori di camorra, e stanziate nel Valdarno, hanno partecipato alla ristrutturazione degli Uffizi, ai lavori per l'apertura dell'Hard Rock Café fino al restauro della villa di Sting nel Chianti e alla ditta che si è aggiudicata l'appalto per l'ampliamento di Podere Rota".
"In Valdarno – continua l'autore della ricerca – l'organizzazione criminale più attiva è la camorra, tant'é che dal 2002 al 2012 il tribunale di Napoli ha condannato un clan di camorristi che operava in Valdarno, ben inseriti tra istituti bancari e professionisti. Operante è anche la 'ndrangheta e quest'anno un'indagine ha segnalato per la prima volta ad Arezzo la presenza di una banda della mafia nigeriana".
"Il problema mafia si lega, come uno dei fattori più preoccupanti – continua Turtulici – al contesto generale di crisi strutturale del nostro sistema attuale. Non è un problema esclusivo del Valdarno, tuttavia si dovrebbe dare maggior risalto a tutti coloro che resistono a questo fenomeno e non lasciare che questa brutta malattia attecchisca ad un territorio come quello del Valdarno che ancora oggi mantiene delle energie positive rispetto ad altre realtà".
"Questa ricerca non è un'analisi sociologica, uno studio di esperti – conclude Turtulici – è l'esposizione nuda e cruda di ciò che è accaduto ed accade ancora che ci riguarda tutti. Leggendolo ciascuno di noi troverà vicende che hanno già destato la nostra attenzione o ci hanno coinvolto: il fallimento della nota azienda locale che ha costruito la casa dove abitiamo o di cui siamo stati dipendenti; i motivi della strana ricchezza di qualcuno che conosciamo; il sequestro della pasticceria, del ristorante o della pizzeria che abbiamo frequentato e così via. Perchè questo è la mafia: qualcosa che ci tocca da vicino, che ci sta accanto e di cui non ci rendiamo conto finché non ne siamo vittime dirette o indirette, modificandoci l'esistenza e il modo di pensare. Per questo motivo sarebbe intelligente per tutti conoscerla".