La mozione arriva dopo che il ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo ha firmato il Decreto ministeriale che definisce l’attivazione dei lavori di pubblica utilità che i beneficiari di Reddito di cittadinanza dovranno effettuare presso il Comune di residenza
Reddito di cittadinanza va bene ma i fruitori dovranno effettuare nel comune di residenza lavori di pubblica utilità. Sulla scia del Decreto firmato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, il capogruppo del Movimnto 5 Stelle di San Giovanni, Tommaso Pierazzi, ha preparato una mozione da presentare il prossimo 29 novembre in consiglio comunale.
“Chi sta beneficiando del Reddito di cittadinanza, nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale, ha dato la propria disponibilità per la partecipazione ai progetti utili alla collettività (PUC) da svolgere presso il medesimo comune di residenza e salvo i casi previsti per legge non ci si può esimere dal partecipare al progetto pena la perdita del reddito stesso.”
"Nello specifico con questo atto i Comuni avranno la possibilità di avviare la progettazione e definire le attività che i beneficiari del Reddito andranno a svolgere. Il Comune è il titolare dei Progetti Utili alla Comunità e potrà avvalersi della collaborazione di enti del Terzo Settore o di altri enti pubblici. I PUC possono essere svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni".
"Il decreto delinea i confini delle attività che possono essere realizzate: i percettori di RDC, infatti, non possono svolgere attività in sostituzione di personale dipendente dall'ente pubblico proponente o dall'ente gestore nel caso di esternalizzazione di servizi o dal soggetto del privato sociale; non possono altresì ricoprire ruoli o posizioni nell'organizzazione del soggetto proponente il progetto e non possono sostituire lavoratori assenti a causa di malattia, congedi parentali, ferie e altri istituti, né possono essere utilizzati per sopperire a temporanee esigenze di organico in determinati periodi di particolare intensità di lavoro. Inoltre proprio per non gravare qualsiasi costo in capo all’ente comunale il legislatore ha previsto che saranno le risorse residue della quota del fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale la possibile copertura degli oneri per l’attivazione e la realizzazione dei progetti".
“Noi crediamo – conclude Pierazzi – di essere davanti ad una svolta epocale nel percorso di costruzione di un moderno sistema di “welfare state” oltre a riavvicinare i cittadini alle istituzioni. E San Giovanni ha la possibilità di essere un precursore assoluto in Italia”