Nel cuore dei boschi di Reggello, tra le ombre secolari degli alberi di Monte Acuto e Poggio alla Regina, si cela un piccolo gioiello di fede e storia: l’Oratorio di Santa Maria a Ponticelli. Questo antico santuario, avvolto da leggende e da un passato tormentato, ha offerto rifugio e speranza a generazioni di pellegrini e fedeli. Oggi, dopo secoli di abbandono e restauri, l’Oratorio risplende nuovamente, rinnovato dalla dedizione di una comunità che ha saputo ridare vita a questo simbolo di devozione mariana.
L’Oratorio, che molto probabilmente risale al XVI-XVII secolo, deve la sua struttura attuale ai numerosi rifacimenti e restauri, spartiti fra quelli molto antichi e quelli più recenti di cui parleremo più avanti. La ricostruzione della sua storia non è semplice, però è quasi certamente di epoca romana. Molti studiosi, negli anni, si sono concentrati sul vicino castello Poggio alla Regina perché ritenevano che l’Oratorio e la Chiesa fossero stati eretti come luogo di devozione dei castellani. Tuttavia, non furono mai trovate tracce di una cinta muraria che accertasse tale collegamento. Così la fondazione dell’Oratorio di Ponticelli come luogo sacro rimane avvolta nella nebbia.
Ciò che è certa, però, rimane la ricostruzione della storia dell’Oratorio di Ponticelli come luogo di culto e devozione della Vergine Maria. Nel XVI secolo, anche il territorio del Valdarno vide imperversare la pestilenza e l’Oratorio fu proprio uno dei luoghi in cui la popolazione trovava rifugio per scampare alla morte. Chi riusciva a giungere all’Oratorio ringraziava la Vergina Maria con i propri ex-voto, facendo diventare, anche in seguito, il luogo uno dei tanti centri di devozione mariana. Venne anche rinvenuto un inventario del 1849 in cui si registravano i “doni appesi alla Madonna”. Gli abitanti del Pian di Cascia, Reggello, Piandiscò, Castelfranco fecero dell’Oratorio il loro luogo di pellegrinaggio già nel 1600, e infatti il documento più antico dell’Oratorio riguarda persino una visita pastorale del vescovo Lorenzo della Robbia. Altre importanti visite seguirono e l’Oratorio divenne un luogo molto noto, tanto che il 15 febbraio 1770 questo venne dichiarato luogo di devozione tramite una bolla papale di papa Clemente XVI.
La funzione dell’Oratorio di Ponticelli non si ferma qui. Infatti, divenne anche un romitorio, luogo di rifugio isolato per coloro che scelgono di vivere distaccati dalla società in contemplazione, detti “romiti”. A capo c’era un Romito, che aveva il compito di dirigere e assicurare il mantenimento dell’Oratorio, ma soprattutto di gestire gli incontri fra i fedeli. Venne addirittura fondata una congregazione di “devoti della Madonna”, la studiosa Maria Italia Lanzarini sottolinea l’importanza della funzione conviviale dell’Oratorio: “Prende vita un mondo di fede trova il suo humus nello stare bene insieme, nell’atmosfera gioiosa della festa, in una connessione stretta tra vita e religione“. Ma non solo, l’Oratorio è noto anche per essere stato un luogo di culto e devozione a Sant’Anna, protettrice delle partorienti, dato che nelle sue vicinanze c’era una fonte di acqua ritenuta, per leggenda popolare, molto giovante alle future madri.
Facendo un salto avanti nel tempo, il Novecento non si apre positivamente per l’Oratorio di Santa Maria. L’inizio del secolo è segnato da un episodio sanguinoso: l’allora Romito venne ucciso brutalmente e il suo delitto rimase irrisolto, fatto che rese difficile trovare un altro custode religioso del santuario. La situazione peggiorò ulteriormente quando, nel 1946, venne commesso un altro crimine: il pastore dopo essere stato aggredito da dei rapinatori venne gettato in un dirupo e ritenuto morto. Poi seguirono le guerre e l’Oratorio cadde in uno stato di abbandono e degrado.
Questo fino al 1979, anno in cui l’edificio venne acquistato dalle Parrocchie della zona e splendidamente ristrutturato dai nuovi fratelli dell’Opera con a capo Dante Sabini, esperto imprenditore di Rignano. Grazie all’impegno e passione di questo gruppo di “operai”, l’Oracolo di Santa Maria riprese vita. A supporto di tale impegno, vennero anche aperti una raccolta fondi necessaria e un progetto di recupero per i locali della chiesa. Tutti i volontari lavorarono di sabato e domenica ripristinando, in breve, l’antica gloria del tempo. A culmine del
Oggi, l’Oratorio di Santa Maria a Ponticelli è molto più di un semplice edificio restaurato, frutto del duro lavoro di una comunità unita. Grazie all’impegno e alla passione di coloro che hanno dedicato il loro tempo e le loro energie al recupero di questo luogo sacro, l’Oratorio non è solo una testimonianza del passato, ma anche una promessa per il futuro, un luogo dove spiritualità e tradizione si intrecciano e dove ogni pietra racconta una storia di devozione e resilienza
Fonti: Oposculo Il santuario di Ponticelli di Maria Italia Lanzarini