Era stato il presidente della Regione, Enrico Rossi, a preannunciare il ricorso contro il Decreto Legge Sicurezza. Nell’elenco dei comuni che hanno aderito al ricorso, ci sono anche sei amministrazioni valdarnesi
Ci sono anche sei comuni valdarnesi, fra i circa sessanta che hanno chiesto alla Regione Toscana di opporsi anche per loro conto alla cosiddetta Legge Salvini, presentando ricorso: sono i comuni di Bucine, Castelfranco Piandiscò, Figline e Incisa, Reggello, Rignano sull'Arno, San Giovanni Valdarno e Cavriglia.
La Toscana ha notificato ieri, 31 gennaio, il ricorso contro il Decreto Legge Sicurezza: un ricorso alla Consulta contro il decreto del governo, poi convertito in legge, che ha cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari e l'impossibilità di rinnovo per chi già ce l'aveva, ma che ha anche vietato l'iscrizione all'anagrafe dei richiedenti asilo, con l'impossibilità ad esempio di essere vaccinati, oltre ad aver esteso il Daspo urbano agli ospedali e presidi umanitari.
"È evidente – ha commentato il presidente della Toscana, Enrico Rossi – come in questo modo si ostacoli il soddisfacimento di un nucleo di diritti fondamentali e universali che appartengono alla persona e già ribaditi da più sentenze. Oltre al fatto che c'è anche un problema di sicurezza, perché la cancellazione dei permessi umanitari sostituiti con ipotesi limitate di permessi di soggiorno speciali, l'impossibilità dei rinnovi per chi già ce l'aveva non oltre un ulteriore anno, creerà dei fantasmi nella nostre città, visto che non si potranno certo espellere tutti poiché l'Italia non ha accordi di rimpatrio con i paesi di provenienza".
"Si ledono e si incide anche – ha aggiunto l'assessore alla presidenza, Vittorio Bugli – sulle competenze regionali e dei Comuni, limitando la possibilità di continuare ad erogare ad esempio servizi, che da questi enti dipendono, in materia sociale e sanitaria, di istruzione e formazione professionale in tutti questi anni erogati. Per questo ricorriamo".
La Toscana, assieme ad altre Regioni come il Piemonte, l'Umbria e l'Emilia Romagna, aveva annunciato il ricorso alla Consulta contro il provvedimento del governo all'inizio di gennaio; la giunta aveva autorizzato il presidente a presentarlo e gli uffici a scriverlo il 7 gennaio. Già notificato, il testo è ora in via di trasmissione.
La Toscana, nello specifico, ha deciso di ricorrere contro l'articolo 1, decimo comma lettera B ed ottavo comma del decreto 113 del 2018, poi convertito in legge: è la norma che abolisce i permessi di soggiorno per motivi umanitari, su cui lo Stato ha titolo di intervenire ma lede le competenze regionali e degli enti locali limitando l'erogazione di una serie di servizi di cui sono responsabili. La Regione Toscana ha impugnato anche l'articolo 1 primo comma lettera F, che interessa i permessi di soggiorno per stranieri vittime di violenza. Si è opposta infine all'articolo 21, primo comma lettera A, che estende il Daspo urbano ai presidi ospedalieri.