22, Dicembre, 2024

“Le chiavi della memoria”, gli abitanti di Montegonzi raccontano la storia del paese

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Sarà presentato il 27 settembre il volume “Le chiavi della memoria”, curato dall’Associazione culturale per Montegonzi e dalla Filarmonica Verdi. Un progetto di educazione permanente per il recupero e la salvaguardia della storia della frazione di Cavriglia

Sarà presentato venerdì 26 settembre alle 17 alla Ginestra di Montevarchi il progetto “Le chiavi della memoria”, curato dall’Associazione culturale per Montegonzi e dalla Filarmonica G. Verdi. Un progetto di educazione permanente per il recupero e la salvaguardia della storia e dell’identità di Montegonzi.

Si tratta di un percorso di ricerca partito dalla memoria degli abitanti del borgo e dai documenti dell’archivio parrocchiale. Montegonzi, un paese di 136 abitanti nel comune di Cavriglia, racconta dunque la storia di sé stesso, una storia già riportata in due scritti da Marcello Cioni, voce narrante delle vicende più lontane nel tempo, e da Virna Innocenti, studiosa dei castelli e dei borghi del Valdarno. 

Questa volta invece sono proprio i protagonisti stessi a raccontarsi, attraverso i documenti ritrovati nell’archivio parrocchiale del piccolo borgo e grazie ad una serie di episodi del passato o fatti della vita quotidiana. Obiettivo del progetto è di stimolare la curiosità dei più giovani e contemporaneamente comunicare loro frammenti di vita, episodi curiosi o grandi avvenimenti, con la voglia di conservare i ricordi come patrimonio identitario.

Così è nato il progetto, che in due anni di lavoro collettivo ha portato alla realizzazione di 5 video interviste e due pubblicazioni che riassumono le esperienze narrate, alla creazione di un blog, del canale youtube e della pagina facebook. 

Il 27 settembre sarà anche proiettato uno dei cinque video realizzati: si tratta di “Questi non sono cristiani, sono diavoli scappati dall’inferno!”, che racconta il tormentato periodo del passaggio del fronte e il rastrellamento della Guardia Nazionale Repubblicana che l’11 aprile del 1944 costò la vita a Cosimo Sabbìa, giovane soldato siciliano in transito da Montegonzi per raggiungere Catania.

A narrare la conclusione della vicenda umana di Cosimo Sabbìa, morto ammazzato dai repubblichini del famigerato battaglione Ettore Muti, c’è il racconto corale di un’intera comunità: i bambini e i ragazzi di allora, protagonisti e spettatori di quel tragico fatto, ne restituiscono a distanza di settant’anni una memoria pressoché intatta e partecipata.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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