L’incontro di ieri rientra nel progetto Liberaidee che dal 22 al 28 ottobre interesserà tutta la Toscana: a Figline si è parlato di giustizia sociale e lavoro, legalità e diritti sociali. Un confronto che ha messo in luce quegli angoli bui della vita e della comunità, in cui le mafie si possono annidare
Nella mancanza di lavoro, nelle difficoltà sociali, nel disagio economico: è lì che spesso trovano terreno fertile le mafie. L'illegalità che si fa più forte dove i diritti sociali sono in bilico. Se ne è parlato ieri, al Teatro Salesiani di Figline, nell'unica tappa valdarnese del progetto Liberaidee, che dal 22 al 28 ottobre attraverserà tutta la Toscana: iniziativa di Libera lanciata in occasione della presentazione del rapporto sulla percezione e sulla presenza delle mafie e della corruzione in Italia.
Durante l'incontro, coordinato dal referente di Libera Valdarno Pierluigi Ermini, hanno preso la parola tra gli altri Don Andrea Bigalli, di Libera Toscana, e Giuseppe De Marzo della Rete Numeri Pari. "La Toscana – ha ricordato Bigalli – è la quarta regione in Italia nel 2017 per arresti e denunce. E questo è un punto fermo. Nel rapporto fra legalità e lavoro, qui si racconta della mafiosità di alcuni sistemi economico finanziari, che con la delocalizzazione costruiscono delle fasce di profondo disagio economico in cui le mafie si possono incuneare: pensate ad esempio alla rete dell'usura. Laddove c'è un diritto negato, lì si parla di un fenomeno che può essere l'anticamera di fenomeni di ordine mafioso".
"Forse la domanda che dovremmo iniziare a porci – ha aggiunto De Marzo – è se c'è una correlazione fra la perdita del lavoro, le malattie, le difficoltà a garantire il diritto allo studio, le difficoltà sociali e l'illegalità, le mafie. C'è una alternativa a tutto questo? Dovremmo fermarci a riflettere sul senso stesso della democrazia, perché se non riesci a rispondere all'interesse generale dei cittadini la qualità della democrazia è bassa, e allora le mafie e le corruzioni trovano terreno fertile nella deriva delle democrazie".
"È importante che Libera scelga di portare queste occasioni di approfondimento sul nostro territorio – ha commentato Giulia Mugnai, sindaca di Figline e Incisa – troppo spesso infatti percepiamo le mafie come fenomeni lontani da noi, ma non è così. Occorre non solo rendere consapevoli le persone che anche in Valdarno, anche in Toscana, i fenomeni mafiosi ci sono: ma anche creare quegli anticorpi che ci permettono di respingerli. Serve ancora lavorare molto, bisogna saper intercettare in tempo questi segnali".
Presenti alla serata anche i rappresentanti sindacali e alcuni lavoratori del sito (ex) Bekaert di Figline: è stata l'occasione per fare il punto della situazione, ringraziare il Valdarno per aver appoggiato compatto la lotta, e parlare anche di prospettive di futuro. In questo articolo il focus su Bekaert.