Una doccia fredda gela le speranze dei 75 ex dipendenti della Laca Spa, a casa dal 2011. Lo stabilimento di Santa Barbara non riprenderà a fabbricare cucine: la Salvarani Casa non acquista più. E i 18 dipendenti, chiamati per riattivare i macchinari in vista della ripresa del lavoro a settembre, sono già stati licenziati, in attesa di attivare gli ammortizzatori sociali
Cinque mesi fa sembrava cosa fatta: la Salvarani Casa spa, con un investimento di 7 milioni e mezzo di euro, già pronta a rilevare la Laca, l'azienda di Santa Barbara nel comunce di Cavriglia, chiusa dal 2011 in seguito al fallimento di Aiazzone. Una notizia positiva, per i 75 dipendenti in mobilità. Tanto che un gruppetto di lavoratori, 18 per la precisione, furono riassunti subito per la manutenzione e per rimettere in funzione i macchinari.
Oggi la doccia fredda: la compravendita sfuma, i 18 lavoratori ricevono la lettera di licenziamento, per tutti gli altri muore la speranza di ritornare a lavorare in quello stabilimento. L'investimento promesso, alla fine, non si è concretizzato, e l'accordo firmato a febbraio non è stato poi seguito dai fatti. In altre parole, i 7 milioni e mezzo di euro non sono stati versati dal gruppo Salvarani.
I 18 dipendenti che erano stati subito riassunti hanno lavorato 4 mesi, due dei quali ancora non pagati. L'azienda ha comunque promesso che gli stipendi oggi non versati saranno saldati. E le lettere di licenziamento di questi giorni sono il preludio all'attivazione degli ammortizzatori sociali. Gli altri sessanta ex dipendenti della Laca, invece, non sono mai stati riassunti: avrebbero dovuto tornare a lavorare dal mese di settembre, se tutto fosse andato in porto. E invece per loro resta la mobilità.