16, Novembre, 2024

La Provincia ha chiuso i battenti ma le opere promesse non sono state realizzate. Ed è mistero sul loro destino

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Dal Ponte di San Clemente alla variantina di Figline: innumerevoli le opere incompiute. La Provincia di Firenze ha chiuso definitivamente i battenti. Al suo posto c’è la città metropolitana ma regna il mistero sul destino di opere attese da molti anni. E nel nuovo ente il Valdarno non è rappresentato.

È una lista infinita di annunci e di promesse mai mantenute.  E adesso che la Provincia ha chiuso i battenti, il Valdarno si ritrova a fare i conti con una nuova viabilità ancora fantasma, tutta da realizzare: da Rignano a Figline, i progetti sono al momento rimasti solo sulla carta. Ed il paradosso è che i soldi sono stati stanziati da anni.

L’ultimo presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, nei giorni scorsi ha assicurato che le “opere verranno portate a compimento dagli altri enti e dalla città metropolitana”. Ma il nuovo ente nasce già con mille incertezze.
 
A Rignano da anni si attende la messa in sicurezza del Ponte di San Clemente. Proprio Barducci, in un consiglio comunale dei mesi scorsi, aveva promesso che i lavori sarebbero partiti velocemente. Ma al momento tutto tace, mentre l'avvio dei cantieri è stato rimandato a più riprese. Nei giorni scorsi Andrea Calò di Rifondazione ha nuovamente sollevato la questione con un’interrogazione.
 
Sempre a Rignano ancora aperta è la questione decennale della circonvallazione, il cui cantiere ha ricevuto le visite del Gabibbo. "L’ultimo annuncio della Provincia di Firenze, che promette l’inizio dei lavori entro il 2015 – ha sottolineato il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli – dopo l’ultima incursione di Striscia la Notizia, francamente non gode di molta credibilità, visti i precedenti. La circonvallazione che porta alla strada provinciale è incompiuta, in stato di abbandono, mentre il cantiere è fermo da molto tempo e i costi di realizzazione sono aumentati fino ad altri 3 milioni di euro”.
 
A Reggello invece si attendono notizie sulla variante alla Sr 69, anche questa un’opera mai partita e che ha già visto lievitare i prezzi.   “Il Valdarno fiorentino è una delle zone del nostro territorio in cui la Provincia di Firenze sta investendo le maggiori risorse. Accanto ad opere già terminate, altri cantieri sono aperti o stanno per aprirsi, come ad esempio per l’avvio dei lavori alla variante in riva destra alla 69, mentre già sono avviate le progettazioni per la realizzazione di altre importanti infrastrutture come il nuovo ponte sull’Arno”. A parlare era Laura Cantini, all’epoca vicepresidente della Provincia oggi senatrice. Correva l’anno 2012. Dei cantieri per il momento nessuna traccia.

Mentre nella parte aretina tutti i lavori stanno giungendo a compimento, in quella fiorentina non sono mai iniziati, nonostante il pressing della Regione e degli stessi Comuni.
 
Sempre a Reggello, così come a Incisa, si attende la realizzazione della rotatoria allo svincolo autostradale, finanziato da Società Autostrade.
 
A Figline la viabilità, come è possibile notare anche in questi giorni di festa, è completamente paralizzata. Oltre al lotto 5 della Variante alla Sr 69, bloccato dopo il ricorso vinto dai principi Corsini, anche il lotto tre della Variantina non è mai partito a causa di un ricorso al Tar dei privati. I lavori dovevano iniziare nell’ottobre del 2009, e negli anni sull’opera è calato il più completo silenzio, nonostante le continue rassicurazioni. 

Se la Variante a Via Grevigiana è stata inaugurata recentemente, dopo anni di ritardi e numerosi problemi, ancora non si conosce il destino proprio di via Grevigiana che collega il Valdarno al Chianti e che è interessata da una grossa frana.
 
Infine, c’è il secondo ponte sull’Arno. La Provincia ha indetto nel 2011 un concorso di idee ma il progetto è rimasto solo sulla carta, senza che siano stati al momento trovati i finanziamenti necessari per la sua realizzazione.
 
E adesso la palla passa alla città metropolitana. Un ente in cui il Valdarno non ha propri rappresentanti istituzionali.

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