Un progetto per creare al Meyer una “Stanza Ricca”: una stanza speciale in cui accogliere, al loro arrivo all’interno del reparto di immunologia, i bambini che hanno serie patologie. L’idea è nata dalla famiglia del piccolo Riccardo, bambino di Matassino, affetto da una patologia genetica e immunologica, che è scomparso un anno e mezzo fa, all’età di 9 anni. Mamma Francesca e Babbo Simone hanno deciso di portare avanti, in sua memoria, un progetto insieme alle dottoresse e alla professoressa del Meyer che per questi nove anni si sono prese cura di lui.
E così sabato sera a Matassino si è tenuta, presso il Centro Pastorale, una grande cena di raccolta fondi, con oltre 250 persone presenti: intere famiglie, amici, conoscenti o più semplicemente persone che avevano conosciuto Riccardo, e che lo portano ancora nel cuore. Accanto alla famiglia di Riccardo, don Simone Imperiosi e il gruppo della Parrocchia di Santa Maria Regina; ma anche le dottoresse del Meyer, che hanno presentato il progetto pensato in memoria di Riccardo insieme ai suoi genitori.
“Il nostro progetto – ha detto mamma Francesca – nasce dal grande amore per il nostro Riccardo, che era molto legato al reparto di immunologia del Meyer, al team medico e infermieristico. Sulla base della nostra esperienza, vorremmo aiutare a migliorare l’accoglienza e la permanenza dei piccoli pazienti immunologici: noi ricordiamo che all’inizio della nostra avventura ad immunologia non c’era uno spazio ben assegnato, ma una grande stanza in cui venivamo ‘collocati’ nella postazione letto libera. Poi la tenacia e la costanza della professoressa e delle dottoresse hanno permesso la realizzazione di box letto separati, più adeguati a bambini con seri deficit immunitari. Ecco, uno di questi box era diventato “di Riccardo”, lui entrava e apparecchiava le sue cose. Vorremmo dunque realizzare, con il vostro contributo, una vera stanza per questi bambini e le loro famiglie. Perché Riccardo ci ha insegnato che quello che ci caratterizza non è la patologia; e che il benessere di un bambino è strettamente legato alla cura nella sua totalità”.
Non senza commozione, le dottoresse del Meyer hanno spiegato il senso di questa iniziativa, ricordando Riccardo, la sua capacità di combattere e di vivere tutto il percorso di cura con una allegria spesso contagiosa. “Per questo – hanno detto – abbiamo pensato che questa non sarà la ‘Stanza di Riccardo’, ma proprio la ‘Stanza Ricca’, per raccontare così chi era Riccardo, e la ricchezza che ha donato a tutti noi”.