19, Novembre, 2024

Inquinamento in Valdarno, Arpat: “Servirebbe almeno una stazione fissa di rilevazione”

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Dopo la dismissione nel 2013 della centralina di Incisa, il Valdarno non ha più punti fissi di rilevazione degli inquinanti da parte dell’Agenzia regionale per l’ambiente. In uno studio, Arpat ha valutato la rappresentatività della centralina di Arezzo Acropoli, quella che oggi ‘copre’ il Valdarno. Non sufficiente, evidentemente, se nelle conclusioni si auspica che ne venga riattivata una nel fondovalle valdarnese.

Per valutare in maniera scientifica la presenza di Pm10, ma anche di Pm2,5 e altre sostanze inquinanti nell’aria del Valdarno, sarebbe “auspicabile l’attivazione di almeno un sito fisso nella zona, in particolare in zona di fondo urbano”. Lo scrive Arpat nelle conclusioni finali di uno studio che aveva proprio l’obiettivo di valutare se le centraline utilizzate oggi siano adeguate, e quindi se la loro rappresentatività rispetto al Valdarno fosse adeguata.

 

La questione è che dal 2013 in tutto il Valdarno non c’è più una centralina fissa di rilevazione dei dati da parte di Arpat. L’ultima a chiudere è stata quella di Incisa. Da allora, per valutare quanto inquinamento ci sia nell’area valdarnese, Arpat si affida a una stazione di fondo urbano situata nel comune di Arezzo (Arezzo Acropoli). Una scelta effettuata in base a misure e campagne storiche disponibili: in pratica, è stato ritenuto sufficiente mantenere il fondo urbano di Arezzo come unico riferimento per tutta la zona.

 

Arpat ha però compiuto uno studio con lo scopo di aggiungere elementi di valutazione, di cui non era possibile disporre al momento della definizione della rete regionale, attraverso i quali sia possibile verificare se la zona sia completamente rappresentata. Insomma, ha cercato di rispondere alla domanda che in molti hanno posto, dopo la chiusura della centralina di Incisa: possibile che l’inquinamento in Valdarno si possa valutare con rilevazioni ad Arezzo?

 

Per rispondere a questa domanda, i tecnici dell’Agenzia hanno effettuato una valutazione statistica relativa alle correlazioni tra i dati delle stazioni provinciali (Incisa, fino al 2013, e Pontassieve) e della rete Enel (che ha stazioni di rilevamento a Castelnuovo dei Sabbioni, Parco di Cavriglia, Montevarchi, San Giovanni e Figline) e i dati delle stazioni di rete regionale Arpat (cioè Piazza Repubblica ed Acropoli, entrambe ad Arezzo).

 

Le considerazioni finali dicono che “La correlazione tra la stazione Enel di San Giovanni e quella di Acropoli risulta ottima, tanto che fermandosi ad una prima valutazione si potrebbe concludere che l’area del Valdarno sia rappresentata dalla stazione di Acropoli”. Ma “la stazione di San Giovanni ha registrato un abbassamento della media annuale di PM10 proprio nell’anno 2013, avvicinandosi così ai valori di Acropoli, mentre negli anni precedenti la stazione di San Giovanni, e ancora meglio la stazione di Incisa, correlano con la stazione di Repubblica e quindi rappresentano livelli di PM10 più alti di quello che si può presumere fosse il fondo urbano dell’area aretina dello stesso periodo”.

 

In altre parole, prima del 2013 i dati registrati in Valdarno mostravano maggiore presenza di inquinanti rispetto alla stazione di Arezzo Acropoli, che è oggi quella utilizzata per rappresentare il Valdarno. Inoltre, avendo comparato le rilevazioni fatte da centraline di Enel, anche la gestione non è omogenea. Ed è per questo che Arpat sottolinea come “al momento non sussistono elementi sufficienti per definire che la stazione di Arezzo Acropoli rappresenti adeguatamente i livelli di Pm10 dell’area del Valdarno”.

 

Da qui la conclusione finale: “Si considera dunque auspicabile, prima di poter concludere che la stazione di Arezzo Acropoli possa rappresentare l’intera area del Valdarno aretino, poter proseguire l’osservazione statistica delle serie prodotte, a partire da una gestione omogenea delle stazioni di misurazione, che potrebbe realizzarsi con la gestione da parte di ARPAT delle stazioni appartenenti alla rete Enel”.

 

Anche perché “La zona del Valdarno aretino e densamente abitata (circa 4,5 volte più dell’intera Provincia di Arezzo) e pertanto, a prescindere dalla correlazione con l’area urbana di Arezzo, al fine di valutare l’esposizione media agli agenti inquinanti dell’aria ambiente della popolazione del Valdarno, sarebbe auspicabile l’attivazione di almeno un sito fisso nella zona (Rete Enel / stazione Incisa), in particolare in zona di fondo urbano”. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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