Giovedì un incidente sul lavoro avvenuto a Montevarchi e uno ad Arezzo, che ha portato al ferimento di un uomo di Terranuova. Nelle stesse ore l’assessore regionale alla sanità Marroni partecipava a un convegno sulla percezione del rischio negli ambienti di lavoro. E i numeri dicono che gli infortuni calano, ma c’è ancora molto da fare sul fronte della prevenzione
I numeri effettivamente sono in calo, ma non per questo deve calare l’attenzione sul problema degli incidenti sul lavoro. Nemmeno in Valdarno, purtroppo protagonista giovedì scorso proprio su questo fronte: con un incidente ad Arezzo in un cantiere edile, in cui è rimasto ustionato un operaio terranuovese; e con un altro incidente a Montevarchi, dove un lavoratore impegnato nella rimozione dell’amianto dal tetto di uno stabilimento industriale è caduto da sette metri di altezza ed è rimasto gravemente ferito.
I dati, quelli dell’Inail, mostrano effettivamente un calo significativo in Toscana. In tre anni (il raffronto è relativo agli infortuni denunciati a Inail nei mesi di gennaio 2013, 2014 e 2015), si è passati da 4.426 a 3.975 fino ad arrivare, nel gennaio 2015, a 3.494 infortuni sul lavoro. Mille in meno in un mese, nell’arco di tre anni: ma si viaggia comunque a ritmi sostenuti, se si parla ancora di tremila e cinquecento infortuni in un solo mese. Più di cento al giorno, contando anche sabati e domeniche.
Dieci giorni fa, ad un incontro dedicato proprio al tema della sicurezza del lavoro, la Regione Toscana ha presentato anche i dati della propria attività di vigilanza e controllo: nel 2014, attraverso il lavoro di 483 persone tra medici, ingegneri, tecnici, infermieri, la Regione ha effettuato 22.966 sopralluoghi e ispezionato 4.552 cantieri. Di questi, solo 1.231 si sono rivelati a norma, mentre 3.430 sono stati i verbali di polizia giudiziaria e 94 i sequestri. E poi in un anno ci sono stati 5 milioni e 750mila euro di proventi delle verifiche di impianti e macchine; 3 milioni e 700mila euro come proventi delle sanzioni penali, 62mila euro proventi delle sanzioni amministrative.
Giovedì, mentre in Valdarno la cronaca raccontava dei due infortuni sul lavoro, a Firenze si teneva un convegno dedicato in particolare alla percezione del rischio negli ambienti di lavoro. "La sicurezza sul lavoro – ha detto l’assessore regionale Luigi Marroni – è fondamentale e fortunatamente siamo di fronte ad una diminuzione degli incidenti e dei casi di morte. Ma per evitarli è importante che i lavoratori abbiano la piena percezione dei rischi che corrono. La fretta nell'eseguire le azioni e la sottovalutazione dei rischi sono compagni pericolosi su tutti i cantieri. E' per questo che la Regione, insieme alle Azienda sanitarie proseguirà nell'opera di formazione e sensibilizzazione dei lavoratori".
Dall'indagine attivata da Regione Toscana in collaborazione con Ance, associazioni di categoria e sindacati e che ha riguardato 206 lavoratori del settore edile (65% italiani e 35% stranieri), emerge che oltre l'88% ha partecipato a corsi di formazione sulla sicurezza. Nonostante ciò, resta scarsa la percezione del rischio che corrono sui cantieri e nelle aziende. In una scala da 1 a 5, è il "lavorare in altezza" cioè sui tetti, che è considerato maggiormente rischioso con un indice di 4,08. Al secondo posto è risultato il "tagliare materiali" (3,54), lavorare sui ponteggi (3,47) e spostare grandi pesi con mezzi meccanici (3,45). Quasi la metà degli intervistati ha dichiarato di aver subito infortuni. E 6 su 10 hanno detto di aver assistito ad infortuni di colleghi di lavoro. Alla domanda "le viene spesso chiesto di fare in fretta?" un lavoratore su tre ha risposto di sì.