Le dichiarazioni del segretario provinciale del Partito Democratico, Francesco Ruscelli, sulle indagini: “Infiltrazioni sono gi in essere e questo sono i fatti a confermarlo. Adesso si tratta circoscrivere e poi eliminare un tumore che il Valdarno democratico non pu tollerare”
"Il Valdarno ha una storia e una cultura segnata dalla legalità e dalla democrazia. Le ombre che si stanno addensando vanno diradate": così Francesco Ruscelli, segretario provinciale del Pd di Arezzo, commenta l'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Firenze che ha portato alla luce il legame tra la 'ndrangheta, la Toscana e il Valdarno.
"La prima scelta da fare è quella di non minimizzare – avverte Ruscelli – prima l'incendio alla Valentino, poi quello alla Lem e adesso l'inchiesta della Dda con arresti anche in Valdarno. Il tutto in pochi giorni. Forse non c'è nessun nodo che lega i fili di questo storie. Ma forse si. Allora il Pd provinciale concorda con quanto richiesto dai sindaci di centrosinistra del Valdarno: venga immediatamente convocato il tavolo della sicurezza e dell'ordine pubblico in Prefettura".
"Probabilmente – continua il segretario Pd – è presto per aver risposte: gli inquirenti devono avere il tempo di lavorare. Ma intanto deve essere chiaro che l'intera comunità del Valdarno e della Provincia è decisa a fare diga per impedire la diffusione della malavita organizzata. Infiltrazioni sono già in essere e questo sono i fatti a confermarlo. Adesso si tratta circoscrivere e poi eliminare un tumore che il Valdarno democratico non può tollerare".
"Senza infingimenti e anche in questo caso senza sottovalutazioni, il Pd provinciale esprime la sua preoccupazione per il coinvolgimento di esponenti della Regione Toscana nella inchiesta della Dda e si augura che in tempi rapidi venga acclarata la loro estraneità. La fiducia nella magistratura si accompagna quindi ad un atteggiamento garantista che non lascia spazio a strumentalizzazioni politiche da parte di nessuno", conclude Francesco Ruscelli.