01, Maggio, 2024

Il tribunale condanna l’Asl 10 e dà ragione ai Cobas: “Atteggiamento ritorsivo nei confronti di Andrea Calò. Torni a Ponte a Niccheri”

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Andrea Calò, sindacalista dei Cobas, era stato trasferito improvvisamente dall’Asl da Ponte a Niccheri a San Salvi. Dopo il ricorso, il tribunale del Lavoro dà ragione al rappresentante dei Cobas: “Trasferimento discriminatorio” e che lede l’attività sindacale. Adesso deve essere reintegrato all’ospedale di Santa Maria Annunziata. Ed il tribunale mette in correlazione le denunce pubbliche sulla sanità da parte dell’esponente Cobas ed il suo successivo trasferimento da Ponte a Niccheri.

Un atto ritorsivo e che lede il diritto all’attività sindacale. Così il Tribunale del Lavoro si è pronunciato sulla vicenda che riguarda Andrea Calò e l’Asl 10. Il sindacalista dei Cobas, nonché consigliere comunale di Reggello, nei mesi scorsi – concluso l’incarico in Provincia – si era visto spostare la sede di lavoro da parte dell’Asl 10: da Ponte a Niccheri a San Salvi.
 
“Il 25 luglio l'Asl 10, a firma della direzione sanitaria ed amministrativa, in pieno conflitto sindacale – spiegarono allora i Cobas – dispose il trasferimento del rappresentante sindacale Andrea Calò con procedura d'urgenza fuori dall'Ospedale SMA. Il provvedimento, per la sua natura ritorsiva, intimidatoria, discriminatoria, e comunque lesiva dei diritti contrattuali, veniva inizialmente contestato dai Cobas e poi impugnato dal lavoratore".
 
Ed il tribunale del Lavoro ha dato ragione a Calò e ai Cobas, decretando infondate le ragioni tecniche dell'azienda a giustificazione dello spostamento  e condannando il legale rappresentante dell'ASL 10 a ricollocare il lavoratore presso la sede che occupava prima del trasferimento. Inoltre il giudice ha condannato l'ASL 10 al pagamento in toto delle spese processuali in favore di Andrea Calò.
 
In particolare, nella sentenza emessa dal giudice Dott.ssa Anita Maria Brigida Davia viene accertato il carattere discriminatorio del trasferimento: “In primo luogo – si legge – colpiscono i tempi. E’ pacifico in atti che nel luglio del 2014 il ricorrente, nella sua veste di rappresentante sindacale, aveva portato all’attenzione della stampa e dei lavoratori una serie di problematiche relative all’ospedale di Ponte a Niccheri (taglio posti letto, aumento liste di attesa, dismissione laboratorio analisi di seriologia, precarietà nei reparti di chirurgia generale ed anestesisti ed altro); è altresì pacifico che il trasferimento del lavoratore, deciso in data 25/07/2014, sia divenuto efficace a partire dal successivo 28 luglio, circostanza piuttosto anomala per un’azienda e, ancor di più, per una Pubblica Amministrazione, in mancanza di ragioni straordinarie o di circostanze particolari che giustifichino l’urgenza (ragioni, queste, nemmeno allegate dalla resistente)”.
 
E ancora: “In secondo luogo, viene in rilievo la discrasia tra le ragioni indicate nella comunicazione e quelle allegate nell’odierno giudizio cautelare. (…) All’esito di tali considerazioni, sussistono allo stato fondati elementi per sostenere che il trasferimento del ricorrente, oltre che illegittimo, sia nullo in quanto discriminatorio”.
 
“Nel caso sottoposto al presente giudizio – si legge nella parte finale che riguarda l’attività sindacale – deve essere considerata la qualità di attivista sindacale come dirigente COBAS ricoperta dal ricorrente. Infatti, lo spostamento del dipendente dall’ospedale di S.M.A. di Ponte a Niccheri al S. Salvi di Firenze, così privato del contatto quotidiano con i colleghi di lavoro (su tale ultimo aspetto non vi è contestazione da parte della resistente), rende più difficile l’esercizio delle libertà e dei diritti garantiti dall’art. 39, Cost. e dall’art. 14, Statuto dei Lavoratori”.
 
Soddisfazione da parte di Andrea Calò che ha commentato su facebook: “La causa è stata patrocinata magistralmente  dall'Avv.to Marco Ronchi ed è stata sostenuta dai compagni e dalle compagne dei COBAS e dalle decine e decine di lavoratori che in questi mesi non mi hanno mai abbandonato. Ringrazio anche la Federazione Provinciale del PRC e i tanti compagni/e comunisti militanti di altri sindacati per il sostegno e la solidarietà espressa” .
 

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