13, Maggio, 2024

“Il Signor Pirandello è desiderato al telefono” di Cantiere Artaud al Teatro Garibaldi Di Figline Valdarno

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La rappresentazione che ha ricevuto la Menzione Speciale della Rassegna Alchimie 2016, debutta sul palco del Garibaldi Venerdì 10 Marzo.

Un manicomio, un attore anonimo che al suo interno sogna di confessare le sue angosce a Luigi Pirandello mentre interpreta Fernando Pessoa; accanto a lui, altri tre internati persi in una moltitudine di vite differenti vissute, ormai privi di identità. Intorno a tutto questo si crea e si sviluppa “Il Signor Pirandello è desiderato al telefono”, lo spettacolo teatrale di Cantiere Artaud che ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria all’edizione 2016 della rassegna Alchimie Teatrali (una rassegna organizzata dal Comune di Figline e Incisa Valdarno, dedicata alla valorizzazione di produzioni teatrali giovanili under 30).

 

Inserito nel cartellone della Stagione Teatrale del Garibaldi ma fuori dagli abbonamenti, lo spettacolo debutterà Venerdì 10 Marzo alle 21.00, con biglietto unico al costo di cinque euro.

Sul palco Sara Bonci, Chiara Cappelli, Filippo Mugnai e Ciro Gallorano, quest’ultimo impegnato anche alla regia e al riadattamento drammaturgico dell’opera: si tratta infatti della messa in scena del primo dei due atti contenuti in "I Dialoghi mancati" di Antonio Tabucchi, riletto e interpretato dal collettivo teatrale inspirato (almeno nel nome) dal commediografo francese Antonin Artaud, innovatore al quale il Teatro Contemporaneo deve molto.

All'interno di un testo a tratti grottesco, un attore solo diventa simbolo dell'intera categoria, quella che non appartiene alle grandi produzioni ma è costretta ad esibirsi in piccoli spazi. Attraverso una ferocia rappresentativa a tratti inusuale, si evoca tutta la solitudine umana con il quale un attore per passione deve convivere, durante quella “gavetta” che può portarlo alla ribalta dei grandi palchi in futuro, oppure non finire mai.

 

 

“L'idea di realizzare questo spettacolo” –racconta Ciro Gallorano– “è nata dagli avvenimenti sconcertanti degli ultimi anni. Nell’arco di pochi giorni Pino Misiti e Monica Samassa si sono tolti la vita; a queste due tragedie si aggiungono il suicidio dell'attore Manrico Gammarota e la morte del giovane Raphael Schumacher, rimasto strangolato durante una rappresentazione. La regia tiene conto dalla componente poetica del testo senza sottovalutare la comicità intrinseca nell'opera. Gli internati non hanno il convenzionale aspetto da malato di mente, ma sono vestiti e truccati in maniera espressionista così da sembrare una bizzarra compagnia di commedianti.”

Tre attori tragicamente scomparsi negli ultimi due anni come Misiti, Samassa e Gammarota ai quali si aggiunge la fatalità accaduta a Schumacher: quattro storie che hanno scosso il mondo del Teatro Italiano omaggiate in un opera introspettiva, bizzarra, sicuramente da vedere.

 

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