I recenti fatti di cronaca, avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione all’interno degli istituti penitenziari e, soprattutto, quanto sia necessario investire per rendere l’universo carceri sempre più moderno e organizzato.
“Sono passati 20 anni dai fatti tragici del G8 di Genova e dopo 20 anni si verifica un altro fatto grave a Santa Maria Capua Vetere, che ha un po’ la stessa matrice – sostiene l’avvocato Andrea Frosali, referente Osservatorio Carcere Camere Penali Arezzo – questo è abbastanza inquietante, intanto perché sono passati 20 anni e poi perché il fatto di S. Maria Capua Vetere non è un fatto isolato, essendoci stati altri atti similari negli ultimi anni. Pensiamo che attualmente ci sono 18 procedimenti penali aperti per maltrattamenti, lesioni, decessi in carcere”.
Altra problematica di rilievo è quella del sovraffollamento delle strutture carcerarie, che ne rende difficile la gestione.
“Il carcere di Arezzo ha attualmente circa 25 detenuti, con tasso di affollamento pari al 75,7% e bisogna considerare che è una realtà fra le più piccole, dal momento che Sollicciano, ad esempio, ne ha 668 per 491 posti – prosegue Frosali – Circa la metà degli occupanti del penitenziario aretino sono condannati in via definitiva, mentre due sono i semi liberi. La struttura è attualmente a capienza molto ridotta, rispetto ai 104 posti di cui dovrebbe essere dotata, essendo in attesa, ormai da diversi mesi, del completamento dei lavori di ristrutturazione di un’ala, rallentati a causa della pandemia. Posso aggiungere che i detenuti sono stati vaccinati all’85% ed il personale al 90% e che i detenuti possono beneficiare anche di colloqui online, nel numero massimo di 12 al mese. Importante sottolineare che dal 6 agosto, per i colloqui in presenza, sarà necessario esibire il green pass o il tampone negativo”.
