28, Marzo, 2024

“Grazie al reparto maternit della Gruccia”: la lettera di una neomamma

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Una giovane valdarnese, affetta da una malattia, torna a casa per partorire la prima figlia alla Gruccia. “Grazie di cuore a tutti coloro che in questa avventura hanno creduto in questo quanto me”

"Scrivo questa lettera per comunicarvi l’immensa gratitudine che io e mio marito Timothy proviamo nei confronti del reparto di maternita dell’Ospedale Santa Maria alla Gruccia". Inizia così la lettera che Selena, giovane valdarnese che ha vissuto negli anni in America, ha scritto alla direzione sanitaria della Asl Toscana sud est. La sua vuol essere una maniera per ringraziare la professionalità e soprattutto l'umanità che il personale del reparto ha riservato a lei ed alla sua famiglia.

Selena racconta la malattia che l'affligge e la decisione di venire in Italia e di partorire alla Gruccia. "All’eta di 19 anni ho scoperto di avere una forma di trombocitopenia idiopatica, la quale per molti anni mi ha esposta ad emorragie, ematosi ed altre non piacevoli conseguenze. Negli ultimi 12 anni, pero il mio corpo ha coesistito eccellentemente con la patologia, nonostante un conto piastrinico di media sulle 22mila unita’, senza mai manifestare sintomi degni di particolare attenzione. Con l’arrivo della gravidanza, pero, la minaccia di complicazioni si e fatta piu concreta. Al mio arrivo in Italia al quarto mese di gravidanza fui seguita brevemente al consultorio di San Giovanni per poi essere immediatamente affidata alle attenzioni del reparto maternita della Gruccia. Fu a questo secondo passaggio di mani (in realta terzo, se consideriamo anche le visite che avevo fatto a inizio gravidanza negli USA) che decisi di affidarmi parallelamente al percorso in ospedale ad un ostetrica libera professionista, Giulia Gualdani, per avere un punto fisso in quella che sembrava sarebbe diventata una gravidanza molto movimentata".

"Alcuni medici della Gruccia decisero di destinare il mio caso alle attenzioni del centro di terzo livello di Careggi, dapprima nel reparto di ematologia e poi anche alla maternita. Benche la scelta dei medici della Gruccia di spostare completamente il mio caso a Careggi fosse razionale e prudente, io non ero felice della prospettiva di dovervi partorire. Una ragione avanti a tutte le altre: a Careggi i compagni/mariti sono ancora considerati dei “visitatori” ed in quanto tali, per via delle misure di sicurezza anti-covid, lasciati fuori da uno degli eventi piu importanti della loro vita, se non per il momento del travaglio attivo in sala parto e le immediate due ore successive.".

Selena continua spiegando quanto il reparto maternità della Gruccia le sia stato vicino: "Fin dall’inizio delle mie visite all’ospedale della Gruccia ho avvertito l’umanita e l’interesse del Primario Francesco Catania, il quale mi contattava regolarmente per informarsi sugli sviluppi della mia gravidanza, anche quando ero ormai sotto osservazione al Careggi; il dottor Catania mi ha sempre trasmesso un gran senso di sicurezza e premura".

"Dopo aver risposto positivamente ad una terapia di infusione di immunoglobuline per favorire il rialzo piastrinico suggerita dal primario di ematologia di Careggi, Dr. Demartis ed aver ricevuto le sue line guida per il conseguimento di un parto sicuro, la scelta finale dell’ospedale in cui ricevere tra le braccia la mia bambina spettava solo a me e a Timothy. Durante un incontro con l’ostetrica ho manifestato di sentirmi abbattuta e vinta, demoralizzata dal dover vivere l’esperienza del parto in una modalita cosi lontana da quello che sarebbe stato il mio ideale; fu in quel momento che Giulia Gualdani mi suggeri di contattare il primario per un confronto finale, dato che il mio desiderio era quello di partorire nell’ospedale del Valdarno. Cosi, andando contro le raccomandazioni di tanti, intorno alla 37sima settimana di gravidanza, conscia dei rischi che correvo nel non scegliere un centro di terzo livello, comunicai a Catania il mio desiderio di partorire a Montevarchi. Sono felicissima della scelta che abbiamo fatto".

Selena torna alla Gruccia per partorire. "Sono profondamente grata che a Timothy sia stata data la possibilita di stare con me durante tutta la degenza. Sarebbe stata durissima per me affrontare da sola le cinque ore di terapia di immunoglobuline, i lunghi monitoraggi del battito della piccola nella pancia, l’induzione in due step che mi e stata proposta e poi il travaglio e il parto, per non parlare dell’arrivo della dolcissima e piccola Ninaluz senza di lui. La prima notte insieme con lo scricciolo in mezzo a noi, tra i postumi del parto, lo stato emotivo completamente alterato tra l’ebrezza della gioia e l’incredulita, come potevo vivere tutto questo senza il padre di mia figlia?".

Il parto è andato bene, la bambina è nata e sta bene. Da qui i ringraziamenti di Selena: "Apprezzo profondamente l’umanita’ che mi e stata dimostrata dalle ostetriche, la loro comprensione e empatia, la loro tenerezza. Un grazie di cuore all’ostetrica Ilaria Carrucola e alla dottoressa Stella Capriglione per guidarmi e supportarmi con gentilezza e sangue freddo durante le ultime ore di travaglio ed in sala parto. Grazie alla pediatra Giulia Braccesi accanto a me e a Timothy all’arrivo di Ninaluz. E’ questo il tipo di ambiente dove ha senso creare la vita, ossia un luogo dove umanita e interesse si mescolano a professionalita e prudenza, sempre lasciando spazio, e tanto, ai bisogni emotivi ed al cuore. Io credo profondamente che il mestiere di coloro che aiutano a dare alla luce nuova vita sia un lavoro sacro, e non posso fare a meno di avere infinita gratitudine per coloro che lo fanno con tale consapevolezza. Il benessere emotivo di una donna incinta e importante per il conseguimento di una sana e serena gravidanza, tanto quanto il numero di piastrine presenti nel suo sangue. Sfido chiunque a contraddirmi. Grazie di cuore a tutti coloro che in questa avventura hanno creduto in questo quanto me".

(La lettera di Selena alla Asl)

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