Fuggita da giovane da un piccolo villaggio rurale, Gloria oggi è infermiera professionista. La nonna l’aveva avviata al mestiere di ostetrica tradizionale, che comprende anche la pratica della mutilazione genitale femminile. “Solo con gli studi ho capito quanto fosse sbagliato”
Si celebra il 6 febbraio nel mondo la Giornata internazionale contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili: circoncisione femminile, escissione del clitoride, infibulazione e altri interventi di mutilazione dei genitali, che secondo le stime in 30 paesi, quasi tutti africani, sono ancora dei tradizionali riti di passaggio, purtroppo diffusi soprattutto nelle aree rurali e in quelle più povere.
Ne ha parlato, questa mattina, "Storie Vere", la trasmissione di Rai1 condotta da Eleonora Daniele. In studio, tre donne protagoniste della lotta a queste pratiche: esponenti dell'associazione "Nosotras", Onlus con sede a Firenze. Tra loro anche Gloria: nata in un piccolo villaggio della Nigeria, dal quale è fuggita giovanissima, è stata poi adottata in Italia e vive in Valdarno, a Montevarchi.
"Mia nonna – ha raccontato – era ostetrica tradizionae del villaggio. E mi aveva avviata allo stesso mestiere: lo facevo con orgoglio, credevo fosse una cosa giusta e rispettabile. Purtroppo ho capito solo dopo che non è così: con gli studi di medicina, mi sono resa conto di quanto siano sbagliate queste pratiche. Per questo collaboro con l'associazione, perché si diffonda sempre più la conoscenza e si possa fermare la diffusione delle mutilazioni genitali nelle bambine e nelle ragazze".