All’appello dell’avvocato Paterniti per l’apertura dello Sportello di prossimità aveva risposto il sindaco Chiassai Martini, spiegando che la richiesta è già stata presentata. Ma il consigliere di opposizione, ex sindaco, ricorda a tutti: “Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una mozione che impegnava il sindaco alla riapertura del Giudice di pace”
Accende il dibattito politico, la questione della giustizia di prossimità in Valdarno, e più precisamente a Montevarchi. È stato l'avvocato Leonardo Paterniti a lanciare l'appello al sindaco Silvia Chiassai Martini, affinché si impegnasse per l'apertura di uno Sportello di prossimità, un presidio che almeno in parte potrebbe sopperire alla chiusura di Tribunale e Giudice di pace. E la prima cittadina ha spiegato di aver già avviato l'iter per la richista.
Ma ora è Francesco Maria Grasso a sollevare critiche nei confronti di questa proposta. "Innanzitutto devo precisare che il Consiglio Comunale di Montevarchi in modo unanime ha già approvato una mozione nella quale impegna il Sindaco a lavorare, per concordare con gli altri Sindaci del Valdarno,la prosecuzione della riattivazione del Giudice di Pace di Montevarchi. Questo è l'obbiettivo: non certo l'ufficio di prossimità che è un semplice palliativo".
Grasso poi ripercorre la vicenda del Giudice di Pace di Montevarchi, chiuso durante il suo mandato di sindaco: "Quando il Ministero soppresse i Giudici di pace di Montevarchi e San Giovanni, come sindaco e su unanime indirizzo del consiglio comunale, coinvolsi i sindaci del Valdarno per attivare la continuazione del servizio del Giudice di pace, naturalmente a spese degli enti locali, così come diceva la legge. Tutti i sindaci furono d'accordo nel confermare il giudice di pace di Montevarchi ed in conseguenza il nostro comune fece domanda al Ministero".
Una procedura di riconferma che partì, effettivamente, ma poi si arenò. "Occorreva collocare il presidio di giustizia in locali che il comune indicò nell'ex Tribunale in piazza Garibaldi; indicammo tre persone che dovevano rimanere nell'organico dei comuni ma in funzione presso il Giudice di Pace di Montevarchi; uno del comune di Bucine già in ruolo per distacco, uno del comune di Cavriglia e uno del comune di Montevarchi. Al tempo, anno 2014 e 2015, i Comuni non potevano infatti assumere nessuna unità di personale". A Palazzo Varchi si aprì una verifica delle disponibilità fra i dipendenti ma "delle otto domande fatte in via conoscitiva, dopo i colloqui nessuno degli otto dipendenti optò per il distacco verso il Giudice di pace. E gli altri due di Cavriglia e Bucine, dopo aver iniziato il corso di formazione, cambiarono idea e revocarono la disponibilità".
Così, ricorda l'ex sindaco oggi all'opposizione, "il Giudice di pace di Montevarchi non è stato riattivato di fatto ma, dall'anno 2015 e fino ad oggi, risulta presente nelle liste ministeriali". Ma poiché dal 2016 sono state consentite nuove assunzioni negli uffici comunali, "il Consiglio comunale di Montevarchi con una mozione approvata all'unanimità aveva impegnato il Sindaco a riattivare e concludere il percorso del Giudice di pace di vallata concordandolo con gli altri Sindaci. Questi sono i fatti e su questi chiediamo risposte al sindaco, e non su richieste secondarie non discusse in Consiglio comunale!".