I casi di violenza di genere risultano essere una piaga sempre più crescente in Italia negli ultimi anni, un problema che può colpire qualsiasi persona di qualunque età o ceto sociale, aggravato dal fatto che talvolta le vittime non riescono a ricevere il supporto di cui hanno bisogno. I motivi possono essere molteplici, dal fatto che non vengano debitamente ascoltate quando chiedono aiuto a quello di essere terrorizzate dalla reazione di chi perpetra l’abuso, o perfino semplicemente perché non sanno chi le possa soccorrere. Molte sono le associazioni nate per contrastare questo problema e qui in Valdarno dal 2008, dopo una proposta della commissione Pari Opportunità di Montevarchi che riteneva necessaria l’apertura di un punto d’ascolto per le donne che subivano violenza, Eva con Eva Onlus si pone proprio l’obbiettivo di informare, ascoltare e fornire supporto psicologico a chiunque sia vittima di questo tipo di crimini.
Una delle psicologhe dell’associazione, Patrizia Rossi, spiega che:
“Dal 2008 sono stati fatti tanti passi in avanti, dai primi corsi di formazione che hanno permesso alle operatrici e volontarie di avere le competenze necessarie per rispondere sia al telefono che per accogliere le donne.”
Dopo tre incontri con le volontarie, se viene ravvisata la necessità, la vittima viene aiutata nel suo cammino di uscita dalla violenza, supportata da psicologi e avvocati.
Le associazioni come Eva con Eva hanno però capito che curare semplicemente il male non basta, bisogna cercare di prevenirlo quanto possibile, anche perché la fascia di età dove avvengono questi casi si sta abbassando sempre di più. Il lavoro dei volontari si è spostato quindi sempre di più all’interno delle scuole, dove vengono organizzati incontri con le classi e avviati progetti letterari al fine di sensibilizzare e far riflettere le persone sin dalla giovane età, con l’auspicio che in futuro ciò possa ridurre il reiterarsi di questo insidioso fenomeno.
