Il sindaco aveva ricordato come il progetto per l’alienazione dei Giardini Spinelli era stato presentato dallo stesso Bucci. L’ex vicesindaco replica: “Ribadisco che il lotto libero è quanto di più sbagliato si potesse fare, e lei l’ha fatto qualche giorno dopo che non ero più in giunta”
Affida a una breve nota la sua replica, l'ex vicesindaco Luciano Bucci. A tirarlo in ballo, in una conferenza stampa dedicata alla questione dei Giardini Spinelli, è stata la prima cittadina Silvia Chiassai Martini, che ha annunciato l'intenzione dell'Amministrazione comunale di andare avanti con la vendita, e ha ricordato che una ipotesi di progetto era stata presentata fin da dicembre 2016 dallo stesso Bucci.
"Prendo atto che il sindaco Chiassai pubblicherà nuovamente il bando di vendita dei Giardini Spinelli inserendovi una sorta, presumo, di condizione “salvo buon fine” evidenziando che è stato presentato un ricorso al Tar. Faccia pure", scrive Bucci. "Ma quando dichiara che mi rimangio, a proposito dei suddetti giardini, quanto da me detto in passato la inviterei ad essere più cauta. Ha sicuramente sbagliato persona, io non mi rimangio un bel niente, salvo aver dato un contributo per farla eleggere. Sindaco, comprendo che per lei l’amministrazione della cosa pubblica e, nello specifico, l’urbanistica sono materie indigeste, ma da me cosa vuole?".
"Ho detto e ribadisco che aver individuato nell’area un lotto libero è quanto di più sbagliato si potesse fare, e lei l’ha fatto qualche manciata di giorni dopo che non ero più in giunta, assieme a qualche variante che sa bene mi sarei rifiutato di proporre al consiglio.
Il lotto libero di quasi 6.000 mq di territoriale traborda tutti i cardini del Regolamento Urbanistico. Quello strumento era stato previsto nel 2004 per surrogare le vecchie aree di saturazione e completamento, per edificare spazi residui inutilizzati, ma non certo per edificare 2200 mq di superficie lorda utile".
"Una maggiore riflessione – conclude l'ex vicesindaco – avrebbe consigliato di proseguire sulla strada tracciata con il disegno di un’area di espansione ben disegnata che tenesse conto della complessa realtà del tessuto circostante e, non ultimo, dell’attigua area di espansione residenziale, con verde pubblico attrezzato, tale da costituire un vero spazio di respiro e socializzazione per l’intero quartiere. Ha preferito bruciare le tappe? Cosa vuole da me? Faccia il sindaco e non il censore, magari potrà dispiacerle ma esiste ancora la libertà di espressione".