28, Marzo, 2024

Firmato in Regione il Protocollo per l’occupazione: nato per la vertenza Bekaert, farà da ‘scuola’ per tutta la Toscana

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Un protocollo nato sulla scia di una delle più gravi vertenze dell’ultimo decennio in Toscana, quella dell’ormai ex Bekaert di Figline, che diventa anche un ‘modello’ di gestione delle crisi da esportare oltre il Valdarno, in altri territori della Toscana dove si verificheranno importanti vertenze occupazionali. È stato firmato oggi dalla Regione, protagonista con Eugenio Giani, l’assessora al lavoro Alessandra Nardini, il consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente, Valerio Fabiani; i 14 Comuni Valdarno Fiorentino e Aretino, per i quali ha fatto da portavoce la sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai; le parti sociali, ovvero Cgil, Cisl, Uil, Confesercenti, Legacoop, Confcooperative Toscana Nord, Confindustria, Cna. Durante l’incontro, guidato dal capo di gabinetto Paolo Tedeschi, tutti hanno raccontato un pezzo della storia di quella ferita ancora aperta nel cuore del Valdarno; una lotta che ha unito l’intero territorio, come ha riconosciuto il presidente della Regione, Eugenio Giani, che ha parlato del Patto per il lavoro del Valdarno come “un modello che possiamo riprendere per tante altre realtà territoriali”.

Era giugno 2018 quando i vertici della multinazionale belga Bekaert comunicarono di voler dismettere lo stabilimento toscano di Figline, formalizzando l’apertura della procedura di mobilità per i 318 lavoratori in organico. Dopo la riconquista della cassa integrazione straordinaria per cessazione, altri periodi di cassa covid e il fallimento di ogni tentativo di reindustrializzazione del sito, si è giunti all’epilogo del licenziamento dei dipendenti ancora in carico, circa 110 unità di personale, avvenuto a maggio 2021. Nel periodo dal 2018 al 2021 due terzi degli ex Bekaert hanno trovato nuovi posti di lavoro anche se non sempre di tipo stabile: di questi, 60 addetti sono stati riassunti presso la Laika Caravans Spa. La mancata reindustrializzazione e la ricollocazione solo parziale dei lavoratori ex Bekaert hanno spinto istituzioni e parti sociali ad avviare un intervento straordinario e senza precedenti. A maggio 2021 si è insediato il tavolo di lavoro con la regia regionale che ha deciso di formalizzare il Protocollo, fino alla firma di oggi.

“Si tratta – ha detto Giani – di una bella iniziativa che ha visto il nostro Dipartimento sul lavoro e l’assessora Nardini riuscire a legare categorie economiche, rappresentanti sindacali e sindaci del Valdarno fiorentino e aretino, così da creare una macro area come prospettiva di reinserimento nel mondo del lavoro per chi ha vissuto la chiusura dell’azienda”. Il presidente ha ricordato alcuni dei momenti della vicenda Bekaert: dalla ricollocazione di 60 lavoratori in Laika all’inserimento individuale e progressivo nel tessuto economico dell’area, fino al lavoro condotto da Arti, l’Agenzia che regola e disciplina i Centri per l’impiego. Un lavoro, secondo Giani, davvero necessario: “In Valdarno ci sono situazioni di crisi, penso alla Fimer, ma ci sono anche prospettive, come nel caso della meccanica farmaceutica e oculistica, proprio in questi giorni ero a inaugurare un nuovo stabilimento a San Giovanni. Il fatto di avere un gioco di squadra tra istituzioni, rappresentanze di categoria e sindacati permette di fronteggiare al meglio la fuoriuscita dei lavoratori dal ciclo occupazionale e di operare per la loro reimmissione, la Regione mette anche risorse per l’orientamento e la formazione”.

Con questo nuovo approccio la Toscana innesta la ‘concertazione locale’ nella comunità territoriale, fondamentale per fronteggiare le emergenze del lavoro. Si lavora in particolare all’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Viene costituito un canale informativo coordinato da Arti per raccogliere le opportunità occupazionali dal territorio a cui dare tempestiva risposta, anche mobilitando alcuni strumenti pubblici come, tra gli altri, l’avviso pubblico per l’assegnazione di contributi ai datori di lavoro privati che assumono lavoratori interessati da licenziamenti collegati a crisi; l’avviso pubblico per l’assegnazione di voucher individuali ai lavoratori a copertura delle spese di trasporto; il rifinanziamento e la proroga dei bandi per l’erogazione di voucher Formativi individuali o per la presentazione da parte delle imprese di progetti per la Formazione continua, per l’aggiornamento e la riqualificazione professionale.

Si tratta insomma di una serie di misure specifiche per il lavoro, come ricordato dall’assessora al lavoro e alla formazione Alessandra Nardini. “Oggi firmiamo un protocollo che definisce un metodo innovativo – ha affermato – obiettivo è rimarginare la ferita dolorosa inferta al Valdarno e alla Toscana dalla chiusura dell’ex Bekaert. Da un lato continuiamo a insistere affinché si lavori incessantemente, a partire dal Mise, per la reindustrializzazione di quel sito. Dall’altro ci impegniamo sulla formazione per far sì che lavoratrici e lavoratori non ancora rioccupati o occupati non stabilmente possano trovare una prospettiva occupazionale stabile, perché la formazione è una leva essenziale per l’occupazione: parliamo di aggiornamento delle competenze e riqualificazione. Nessuna e nessuno di loro deve essere lasciato solo. Oltre agli strumenti che mettiamo in campo, abbiamo deciso di rispondere al bisogno di migliorare l’incrocio domanda-offerta di lavoro proprio grazie al contributo importante e prezioso delle parti sociali tutte”.

“Il punto – ha detto il consigliere per il lavoro di Giani, Valerio Fabiani – è dare una nuova speranza ai lavoratori che hanno subito un’ingiustizia profonda e le istituzioni, facendo qualcosa di inedito, hanno provato a mettersi in campo e a mettere insieme i vari soggetti con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Dal 2018 a oggi si sono alternati ammortizzatori sociali e processi di ricollocazione fino allo scorso luglio quando l’azienda, nonostante l’opposizione e la protesta delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali ha deciso licenziare gli ultimi 110 lavoratori rimasti in forza (inizialmente erano 318)”. Ed è stato allora, continua Fabiani, “che la istituzioni hanno messo in campo l’impegno che con la collaborazione di sindacati e associazioni di categoria è giunto alla sottoscrizione del Protocollo”.

Si procede verso la ricollocazione dei lavoratori rimasti inoccupati anche se quest’attività, spiega Fabiani, in realtà è già iniziata: “Molti hanno purtroppo contratti a tempo determinato: per questo stiamo lavorando sia per una nuova occupazione degli ultimi 26 disoccupati sia per la stabilizzazione di quelli con contratti a tempo determinato, impegnandoci presso le aziende che li hanno assunti anche utilizzando i nostri strumenti, come gli l’incentivi per l’assunzione”.

La sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai ha parlato a nome dei sindaci dei 14 comuni firmatari: “In questi mesi, insieme ai sindaci del Valdarno fiorentino e aretino e della Valdisieve, abbiamo lavorato sul protocollo con più obiettivi: la ricollocazione dei lavoratori ex Bekaert (e, più in generale, di tutti quei lavoratori oggi coinvolti da situazioni di crisi aziendali), il rilancio del territorio, la reindustrializzazione dell’area. Una soluzione per il rilancio industriale di tutta l’area ex Bekaert è l’unica strada sia per garantire nuovi posti di lavoro per il territorio, favorendo lo sviluppo economico della vallata, ma anche per dare una possibilità di reimpiego a quei lavoratori ex Bekaert ancora non ricollocati. Per queste ragioni è strategico strutturare un’azione combinata tra tutti gli enti coinvolti, i sindacati e le categorie economiche. Attraverso questa sinergia, sancita oggi dal protocollo, e grazie al lavoro dei centri per l’impiego, nei mesi scorsi è stato possibile il reimpiego di decine di lavoratori coinvolti dalla vertenza. Ora serve una risposta per tutti coloro che sono ancora in carico e un investimento credibile per la reindustrializzazione di tutto lo stabilimento. Su questo dovremo continuare a concentrarci nei prossimi mesi, anche chiedendo nuovamente il coinvolgimento del Ministero per lo Sviluppo economico.”

Quello di Cavriglia era stato il comune da cui era partita la proposta di di un tavolo per valutare la possibilità di un riassorbimento delle maestranze rimaste senza lavoro, come appunto gli ex lavoratori della Bekaert. “Sono orgoglioso di vedere che la nostra proposta trova concretezza, ad un anno di distanza, nella firma di un protocollo così importante per il recupero occupazionale nella nostra vallata – il commento del Sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni – grazie ai cantieri che saranno aperti nei prossimi mesi ed alla firma del protocollo di questa mattina, ci sono ampie possibilità che le maestranze presenti in Valdarno, rimaste inoccupate, possano essere nuovamente impiegate”.

Dai sindacati viene espressa soddisfazione. Ha detto Elena Aiazzi (segreteria Cgil Firenze), siglando l’intesa: “Nel territorio abbiamo vissuto esperienze drammatiche come quella della Bekaert, a cui sono seguite altre varie crisi che ci hanno sfidato nella ricerca di soluzioni a tutela di lavoratori e lavoratrici. Abbiamo quindi condiviso la necessità di istituire un luogo dove non solo fare questo, ma anche sollecitare le istituzioni nell’impegno a investire sul territorio, in una visione complessiva che possa sviluppare nuove opportunità di lavoro stabile e tutelato, non momentaneo e precario, anche perché la situazione occupazionale potrebbe essere colpita anche in futuro. Questo protocollo è un passo avanti nella direzione giusta, ora lo monitoreremo affinché venga applicato e porti risultati”. L’intesa è stata siglata anche da Alessandro Tracchi, segretario generale Cgil Arezzo.

“Oggi non siamo a celebrare un risultato, siamo a iniziare un percorso, ma è un passaggio importante per il Valdarno”, ha detto il segretario generale della Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi. “Per la Cisl  è il cambio di paradigma necessario per questo territorio, passare dalle politiche passive, che certo restano fondamentali per garantire un reddito nell’attesa di una nuova occupazione, alle politiche attive: impegnarsi a capire come rioccupiamo le persone nel mondo del lavoro. Da subito la Cisl si è messa a questo tavolo con questo spirito ed essere qui oggi insieme, istituzioni, sindacati, associazioni datoriali, è un grande risultato.” Franchi ha poi messo in guardia, perché, ha spiegato “i lavoratori che restano ancora da ricollocare rappresentano la parte più difficile: nel gruppo delle persone che non stanno lavorando oggi ci sono i più anziani, le categorie protette, chi ha malattie professionali, i livelli di istruzione più bassi. Perciò qui deve scattare anche dalle associazioni datoriali il senso della responsabilità sociale dell’impresa. Credo poi che la vera sfida che dobbiamo affrontare è la reindustrializzazione; sappiamo di interessamenti importanti e da un problema ambientale e un rischio di desertificazione industriale, potrebbero nascere opportunità: sta a noi non perdere questa occasione e per questo dobbiamo tutti produrre un ulteriore impegno.”

“E’ un passo importante – ha detto Triestina Maiolo della Segreteria UIL Toscana – un’innovazione per il territorio che nasce dalla volontà di rimettere lavoratrici e lavoratori nel mercato del lavoro. Il protocollo può essere un modello per superare altre crisi industriali. E’ chiaro che la UIL Toscana è per l’industrializzazione, ma servono anche strumenti per gestire al meglio le crisi che rischiano di mettere in ginocchio intere comunità. Questo protocollo è l’inizio di un cammino per ridare dignità e certezza di un reddito alle lavoratrici e ai lavoratori, ma ci aspettiamo anche che siano fatte scelte politiche chiare su strategie occupazionali per rilanciare un territorio penalizzato dalle delocalizzazioni, non può essere il mondo del lavoro a pagare il prezzo della ricerca del profitto a tutti i costi”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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