Il 14 maggio saranno presentati due volumi dedicati al prete di Barbiana e alla sua scuola; lo stesso giorno sarà inaugurata anche una mostra a tema al Palazzo Pretorio, che raccoglie fotografie d’epoca, digitalizzate e raccolte anche in un volume
C'è un filo che lega il comune di Figline e Incisa alla scuola di Barbiana, di Don Lorenzo Milani. Tanto che negli ultimi anni molte scolaresche sono andate in visita a Barbiana, alla scuola in cui Don Milani insegnava ai più poveri e agli emarginati. E quest'anno, in coincidenza con il 50esimo dalla morte del sacerdote di Barbiana ma anche con la visita che Papa Francesco farà a giugno proprio nel paese del Mugello, e alla tomba di Don Milani, il comune ha organizzato, in collaborazione con la Fondazione, alcuni eventi dedicati a Don Lorenzo Milani.
L'appuntamento principale è per domenica 14 maggio, alle 16,30 al Palazzo Pretorio, con la presentazione di due volumi sulla figura del sacerdote fiorentino, nella duplice veste di religioso e di fondatore della scuola di Barbiana. Il primo libro si intitola “Don Lorenzo Milani – L’esilio di Barbiana”, scritto da Michele Gesualdi; il secondo, invece, si intitola “Processo all’obbedienza – La vera storia di Don Milani” ed è firmato dal giornalista Mario Lancisi.
Nella stessa giornata, dopo la presentazione dei due libri, sempre a Palazzo Pretorio la sindaca Giulia Mugnai e l’assessore Mattia Chiosi inaugureranno la mostra fotografica dal titolo “Barbiana e la sua scuola”, che rimarrà visitabile fino al 2 luglio. L’esposizione, curata da Marco Rossi e organizzata a Figline e Incisa da Cristina Bonechi e Cristoforo Ciracì, rappresenta un percorso fotografico itinerante che, per temi, mostra vari aspetti della vita della piccola comunità del Mugello, per formare i figli dei contadini e gli emarginati e per far capire loro l’importanza dello studio e del sapere.
In mostra ci sono circa 60 immagini, selezionate dal volume fotografico “Barbiana e la sua scuola. Immagini dall’archivio della Fondazione Don Lorenzo Milani”, curato da Pamela Giorgi e Sandra Gesualdi. Una scelta, quella delle fotografie, che è stata privilegiata proprio perché le immagini hanno una forte efficacia comunicativa.
