Rossi ha affermato che l’ordinanza di Regione Toscana si conformerà alle date nel decreto legge e nel DPCM del governo, tuttavia il Presidente ha lanciato una domanda al Governo sulla questione della riapertura delle scuole
Mentre si attende il testo ufficiale dell'ordinanza per Regione Toscana, il presidente Enrico Rossi ha precisato che le date per la riapertura delle attività e i protocolli di sicurezza si conformeranno a quelle del governo.
Oltre alla sintesi, Rossi si è soffermato anche sulla questione scuole. Il Presidente ha posto al Governo la domanda: "se si riapre tutto perché non si riapre anche la scuola?"
"Questa mi pare la sintesi migliore – afferma Rossi – che si può leggere anche sul giornale on line ‘il post’, delle novità contenute nel decreto legge e nel dpcm del governo. (Il Decreto legge è pubblicato, mentre il DPCM non è ancora ufficiale). Come ho già detto, l’ordinanza per la regione Toscana, si conformerà a queste date per le riaperture delle varie attività, salvo miglioramenti e chiarimenti nei prossimi giorni. Anche i protocolli per la sicurezza che adotteremo, salvo raccomandazioni e consigli, sono quelli nazionali.
Mi permetto di fare però una domanda al governo: se si riapre tutto perché non si riapre anche la scuola?"
Il Presidente ha poi scritto le date previste per le riaperture dei prossimi giorni: "dal 18 maggio potranno riaprire i negozi, i servizi di cura alla persona, bar e ristoranti, gli stabilimenti balneari, gli uffici pubblici e i musei a condizione però che le regioni accertino che la curva epidemiologica sia sotto controllo; dal 25 maggio potranno riaprire – sempre previa autorizzazione delle regioni – le palestre, le piscine e i centri sportivi; dal 15 giugno potranno riaprire cinema e teatri, e cominceranno una serie di offerte ricreative per i bambini, ha detto Conte; dal 18 maggio ci si potrà muovere liberamente all’interno della propria regione, salvo disposizioni più restrittive per aree specifiche in cui sarà rilevato un maggiore rischio di contagio: «significa uscire di casa senza dover giustificare dove si vuole andare», compresi «al lago o in montagna»; da lunedì si potranno incontrare anche gli amici (e quindi chiunque si voglia), oltre ai famosi “congiunti”.
Si dovrà, invece, attendere fino a giugno per gli spostamenti interregionali: "fino al 2 giugno ci si potrà muovere da una regione all’altra solo per motivi di lavoro, salute o assoluta urgenza; dal 3 giugno potrebbe tornare possibile spostarsi liberamente tra regioni diverse: ma dovrà essere valutato e dipenderà dai nuovi dati sull’epidemia, che potrebbero richiedere provvedimenti specifici e più restrittivi per certe aree; dal 3 giugno sarà possibile muoversi da e per l’estero, ma potranno esserci disposizioni specifiche per gli ingressi e le partenze verso certe aree; continuano ovviamente a valere le misure restrittive internazionali e comunitarie, e quindi anche quelle che limitano gli ingressi in paesi esteri dall’Italia; sempre dal 3 giugno si potrà entrare in Italia dall’Unione Europea senza l’obbligo di 14 giorni di quarantena: serve a rilanciare il turismo, ha detto Conte"
Rossi ha poi concluso scrivendo i divieti ancora vigenti: "continua a valere l’obbligo di isolamento domiciliare o in albergo sanitario per le persone risultate positive al coronavirus o per i loro contatti stretti, se deciso dalle autorità sanitarie; continuano a essere vietati gli assembramenti in luoghi pubblici; gli eventi con la presenza di pubblico «si svolgono, ove ritenuto possibile sulla base dell’andamento dei dati epidemiologici»; i sindaci possono chiudere aree in cui non è possibile garantire il distanziamento fisico; possono riprendere le funzioni religiose, seguendo i regolamenti appositi approvati dal governo nei giorni scorsi."