Bollino rosso in molte zone del Valdarno Fiorentino e l’Arsia mette in guardia: “Le ovodeposizioni nelle ultime settimane sono state decisamente superiori alle medie storiche del periodo, di conseguenza molti sono gli oliveti osservati che hanno superato la soglia di intervento. Indispensabile monitorare gli oliveti”.
Torna l'incubo mosca olearia in Toscana e anche in Valdarno. Dopo l'annata disastrosa del 2014, la peggiore della storia, l'anno scorso la ripresa con un extravergine di assoluta eccellenza.
Ma adesso l'Arsia, l'agenzia regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione del settore Agricolo forestale, mette in guardia perché i dati del monitoraggio parlano chiaro: “Nel territorio fiorentino le ovodeposizioni nelle ultime settimane sono state decisamente superiori alle medie storiche del periodo”. Reggello e le altre zone di produzione valdarnese rientrano in questo quadro riassunto dall'agenzia regionale.
“Molti sono gli oliveti osservati che – si legge nel bollettino settimanale – hanno superato la soglia di intervento, alcuni altri l'hanno superata proprio nell'ultima settimana. Non mancano le aree con infestazione bassa con andamento in netta controtendenza, che evidenziano l'importanza dei monitoraggi in campo per ridurre i trattamenti al minimo, e posizionarli nel momento più opportuno”. La mappa riassume la situazione attuale.
Il clima mite di questa estate, in particolare nel periodo di fine luglio – inizio agosto, purtroppo non rappresenta una buona notizia: “Le previsioni meteo indicano temperature fresche, quindi, ancora favorevoli all'insetto”.
E quindi l'Arsia mette in allerta i produttori di extravergine: “Il monitoraggio in campo di questa settimana evidenzia ovodeposizioni in corso, ma […] individua nelle ultime due settimane la fine della prima generazione, e con la settimana scorsa/questa settimana l'inizio della seconda. Tale ipotesi appare evidente anche nei dati di ovodeposizione di alcune aree. Questa ipotesi che può apparire teorica ha una grossa implicazione pratica, infatti nelle prossime due settimane potremmo avere il picco delle ovodeposizioni della seconda generazione e quindi è indispensabile continuare a monitorare gli oliveti”. Sperando in un'inversione di tendenza.