Nato nel 2011, il progetto di Screening DSA Valdarno chiude il primo ciclo. Coinvolti insegnanti, genitori e studenti. L’obiettivo, pienamente centrato, era quello di scoprire fin dalle elementari eventuali difficoltà di apprendimento: per poter intervenire in tempo e garantire agli studenti un futuro successo formativo
I Disturbi Specifici dell'Apprendimento non sono un handicap. Lo ripete più volte, la professoressa Cristina Ermini, docente del Giovanni da San Giovanni e ideatrice del Progetto DSA Valdarno. "Si tratta di una diversa forma mentale, un modo differente di apprendere: ma i bambini che hanno disturbi di questo tipo possono essere seguiti, si può insegnare loro a studiare con schemi diversi, e così possono imparare come tutti gli altri".
Questione di metodo, dunque. Ma anche di tempi: perché prima si scoprono i DSA, meglio è. A volte, infatti, ad accertare questi tipi di disturbi sono stati docenti delle scuole superiori. E studenti che fino a quel giorno hanno faticato non poco ad andare avanti nel percorso scolastico, hanno scoperto a quindici o sedici anni che non era, in realtà, colpa loro: ma di un Disturbo Specifico di Apprendimento. Se si fosse scoperto in prima elementare, probabilmente, avrebbero potuto raggiungere risultati scolastici migliori.
Da qui nasce il Progetto DSA Valdarno, prima esperienza di questo tipo nelle scuole valdarnesi. Partito nell'anno scolastico 2011/2012, ha coinvolto decine di insegnanti e tutti gli studenti delle classi prime (e poi seconde) degli Istituti comprensivi del Valdarno aretino. Un lavoro enorme, di rete, che è partito proprio dagli insegnanti: perché sono loro i primi a poter individuare un DSA, e farlo presente poi ai genitori, coinvolgendo successivamente la Asl8.
Dopo quasi tre anni, si tirano le somme: ed è un bilancio positivo. Non solo perché ha già dato risultati concreti, con una serie di bambini seguiti nelle loro difficoltà di apprendimento, ma anche perché si pensa già ad un Laboratorio Fonologico Linguistico, che sarà gestito dai dieci istituti comprensivi, seguito da AID Toscana con la supervisione dei docenti di Scienze dell'educazione dell'Università di Firenze. Un laboratorio che servirà a tutti, non solo ai bambini con disturbi di apprendimento.
Il progetto ha coinvolto una serie di soggetti: oltre alle scuole del Valdarno aretino, l'Associazione dei genitori di ragazzi con DSA, la Conferenza dei Sindaci del Valdarno aretino, la Conferenza Istruzione Valdarno, la Asl8 e l'AID Toscana. Insieme a questi soggetti, anche alcuni studenti delle classi terze e quarte superiori dell'indirizzo di scienze sociali del Giovanni da San Giovanni, che hanno svolto il loro tirocinio negli istituti comprensivi che hanno aderito al progetto. Il tutto, reso possibile da un finanziamento di Csa Impianti.