“Dopo gli sforzi fatti per far sedere ad un tavolo maggioranza ed opposizioni e lavorare ad una mozione comune sulla Direttissima, chiediamo che quello sforzo non sia reso vano, e si torni ad organizzare azioni concrete”. Così il consigliere di Figline e Incisa Caramello sulla questione ‘sfratto’
Torna alla carica sul tema del possibile 'sfratto' dalla Direttissima dei treni dei pendolari, il consigliere di Figline e Incisa Piero Caramello. E lo fa chiedendo ancora azioni concrete, affinché non si abbassi la guardia su un tema che, sottolinea, è di fondamentale importanza per il futuro sviluppo del Valdarno.
"Dopo gli sforzi fatti per far sedere ad un tavolo maggioranza e opposizioni per lavorare ad una mozione comune sul problema della Direttissima che affligge i nostri pendolari, siamo nuovamente a chiedere che quello sforzo non sia reso vano e si torni a parlarne e ad organizzare azioni concrete. Nonostante tutte le promesse e le rassicurazioni, apprendiamo con preoccupazione il continuo evolvere della situazione per il pendolarismo valdarnese, che pare essere sempre messo in difficoltà da scelte cervellotiche di Ferrovie dello Stato".
"Si susseguono i ritardi e gli inchini oltre che le deviazioni sulla linea lenta. Ad oggi – aggiunge Caramello – le Amministrazioni locali, con i loro sindaci e gli assessori competenti, non sono riusciti a fare quadrato e ad avere una linea comune di difesa della Direttissima, andando in ordine sparso ed in modo che si sta rilevando sicuramente controproducente. Invitiamo quindi il nostro assessore di riferimento, Lorenzo Tilli, a prendere in mano la situazione e di farsi capofila nei confronti dei suoi colleghi, affinché si istauri immediatamente un tavolo di confronto e di azione comune per evitare di essere sorpassati da una volontà aziendale incomprensibile e da una volontà politica atta a favorire la linea ad alta velocità".
Nel ribadire la propria disponibilità al confronto, il consigliere di opposizione chiede anche ai Comitati "di fare fronte unico a dispetto delle diverse realtà ed evitare azioni campanilistiche che sarebbero solo di danno verso un’azione comune. Se sarà necessario non ci fermeremo soltanto ad un’azione locale, siamo fermamente intenzionati a sollecitare che la questione Direttissima sia portata sino ai tavoli autorevoli della politica nazionale. I nostri rappresentanti parlamentari devono essere la punta di diamante per costringere Ferrovie dello Stato a scendere a più miti consigli".