Intervista alla segretaria del Pd di Montevarchi, rimasta fuori dal Consiglio regionale. “Sono soddisfatta del mio risultato, poi subentrano logiche che non possiamo governare”. E ora il via al lavoro verso le comunali 2021: “Apriamo il dialogo nel centrosinistra”
Dall'esperienza delle elezioni regionali, in cui è stata candidata del Pd raccogliendo 4.200 voti personali, fino al lavoro che ora la vedrà impegnata come segretaria del Partito Democratico locale per affrontare le amministrative 2021 a Montevarchi. Rimasta fuori dal Consiglio regionale, Elisa Bertini si dice comunque soddisfatta e ora guarda al futuro: ne ha parlato con noi in questa intervista.
Qual è il suo bilancio delle elezioni regionali? "Sono molto contenta, più che altro di tutto quello che si è creato intorno a questa campagna elettorale e alle proposte che abbiamo portato avanti. C'è stato un movimento importante, e i risultati non sono mai personali: sono collettivi, di tutte le persone che ti hanno dato una mano, di chi ha creduto in te o ti ha ascoltato, di chi ti ha dato fiducia. Questo per me è il risultato più grande".
Nonostante il risultato, però, la provincia di Arezzo non ha un assessore in giunta (né Ceccarelli né De Robertis sono stati scelti da Giani nella sua squadra) e, come diretta conseguenza, il Valdarno aretino non ha un consigliere regionale eletto. "È vero, questa mancanza c'è. Da parte mia, io sono consapevole che quello che potevo fare l'ho fatto, poi entrano in gioco dinamiche che non posso governare, e che comunque fanno parte delle regole del gioco. Di più non potevo, e accetto il risultato con serenità, non c'è amarezza da questo punto di vista".
La pagina delle elezioni regionali, con i suoi risultati, non potrà non avere un peso sulla prossima sfida elettorale che Elisa Bertini, come segretaria del Pd di Montevarchi, si prepara ad affrontare: quella delle amministrative. "Ci stiamo lavorando, e il dato che ha restituito questa elezione regionale secondo me è molto importante da questo punto di vista. Bisogna anche partire dai numeri, a mio avviso: alla fine, alle elezioni regionali a montevarchi il Partito Democratico raccoglie il 38%, è un risultato importante, più alto di quello provinciale e anche del dato regionale. È inoltre più alto della somma di Lega e Fratelli d'Italia, in un comune in cui era candidato il vicesindaco e c'erano persone conosciute del territorio in altre liste.
Cosa vi dicono questi numeri? "A mio avviso, questo vuol dire che se le persone lavorano e ci mettono la faccia, e si impegnano per un obiettivo, il messaggio e i risultati arrivano. È chiaro che l'obiettivo è di tornare a governare la città di Montevarchi, una città fondamentale nella provincia di Arezzo. Anche a seguito delle sconfitte maturate lo scorso anno a Cortona e quest'anno ad Arezzo, il nostro impegno deve essere massimo per tornare ad amministrare Montevarchi".
Ci sarà dialogo con altre forze? "Penso che l'impegno deve essere massimo per cercare di costruire una coalizione il più ampia possibile che tenga conto di tutte le sensibilità, e che riesca a tenere tutti insieme per un obiettivo comune. Un obiettivo che è fondamentale, anche alla luce della mancanza di un consigliere regionale del Valdarno: serve che una città di peso come Montevarchi torni ad essere amministrata dal centrosinistra".
Cinque anni fa la spaccatura nel centrosinistra a Montevarchi semplificò la strada alla vittoria della coalizione di centrodestra. Una lezione imparata? "Io penso che le lezioni servano sempre. Noi dobbiamo lavorare per costruire una coalizione. Chiaramente bisogna creare le condizioni, e questo sarà l'impegno mio e di tutto il Partito Democratico. Tutto questo, mettendosi tutti sullo stesso piano: non è che sia il Pd a dover dettare le regole. Bisogna trovare una condivisione nell'ottica di un obiettivo comune, che è di riprendersi questo comune. Bisogna fare tesoro di quello che è successo cinque anni fa: io me lo ricordo bene, spero che anche gli altri se lo ricordino altrettanto bene".