28, Dicembre, 2024

Dal Valdarno a Catania per lavorare sui terreni confiscati alla mafia

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Un gruppo di dodici valdarnesi partiti, a ottobre, per andare a lavorare alla cooperativa agricola “Beppe Montana” a Belpasso, alle pendici dell’Etna. L’esperienza di Libera Valdarno su terreni confiscati alla mafia: a contatto con chi lotta ogni giorno contro l’illegalità

Una settimana a lavoro nei campi sequestrati alla mafia, per produrre olio e legalità. Esperienza di lavoro e di vita, quella che un gruppo di 12 valdarnesi, tutti over 40, del Coordinamento Libera del Valdarno, hanno compiuto alla fine di ottobre vicino Catania, a Belpasso, nella Cooperativa agricola "Beppe Montana". 

Montana era un poliziotto della squadra mobile di Palermo, ucciso dalla mafia a Porticello il 28 luglio del 1985. Nella sua breve esperienza investigativa era riuscito ad arrestare diversi latitanti, scoprire raffinerie di droga, depositi di armi, diventando un personaggio scomodo per la mafia. Non a caso la scelta di intitolare la Cooperativa a lui, che come molte altre vittime della mafia non sono nomi noti all'opinione pubblica. 

"Siamo partiti in 12 dal Valdarno dal Coordinamento di Libera  – raccontano i protagonisti di questa avventura – armati di tanta volontà e desiderio di dare un contributo a chi, come la Cooperativa Beppe Montana, ha deciso di lavorare in agricoltura coltivando oltre alla terra, anche la legalità. E' la prima risposta al fenomeno mafioso che ha lavorato e lavora da decenni su queste terre facendo favori, dando lavoro a braccianti al nero. Dopo la confisca dei loro terreni, la coltivazione di queste aree attraverso il rispetto delle regole nel mondo del lavoro: non c'è cosa più fastidiosa per un mafioso di vedere le sue terre arate, mietute con gli strumenti della legalità".

E infatti, due anni fa, quella Cooperativa ha visto bruciare oliveti, aranceti, limoni. Le piante da frutto sono state ripiantate, gli olivi hanno resistito e ripreso la produzione, simbolo, a modo loro, di quella legalità che non si vuole arrendere. 

Nella settimana di lavoro, i 12 valdarnesi sono stati impegnati, insieme ai soci e dipendenti della Cooperativa Beppe Montana, nella raccolta di 3 tonnellate e 200 kg di olive trasformate dal frantoio in circa 500 litri di olio che andranno al consorzio di Libera Terra, ma hanno anche protetto circa 500 piante di agrumi, in attesa della raccolta delle arance a gennaio: quelle stesse arance che poi sarà possibile acquistare al banchino di Libera al mercato della terra a San Giovanni.

E nel contempo, il viaggio è stata occasione per conoscere come ancora oggi il fenomeno mafioso sia presente e attivo in questo territorio. Incontri con associazioni come quella anti racket e la Gapa (Giovani assolutamente per agire) che operano nel catanese sul fronte della legalità e della povertà, e persone come Salvo Fiore che sta uscendo da 20 anni di usura ed ha avuto il coraggio di denunciare i soprusi subiti e come la testimonianza di Giovanna Raiti, sorella di Salvatore, carabiniere di 19 anni ucciso dalla mafia. Infine un incontro anche con la professoressa universitaria Agata Nicolosi sul consumo etico. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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