27, Dicembre, 2024

Covid-19, Chiassai al direttore della Asl sul macchinario Menarini: “Stiamo perdendo tempo prezioso”

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Chiassai: “La comunità ha diritto ad una risposta chiara per una donazione che all’improvviso non è più ritenuta “idonea. Stiamo perdendo tempo prezioso e abbiamo un altro macchinario pronto per la nostra Rsa

Il sindaco Silvia Chiassai Martini torna sulla questione "falsi positivi" del macchinario "Vita-PCR Menarini" donato all'Ospedale della Gruccia, la prima cittadina di Montevarchi ha scritto una lettera al direttore generale della Asl nella quale chiede una risposta chiara per un macchinario utilizzato in altri ospedali a seguito di donazioni di Regione Toscana e quelli acquistati dalla Asl.

"Come Sindaco, insieme alla nostra comunità  – afferma Silvia Chiassai Martini –  mi sono mossa, anche se non era di mia competenza, nella ricerca di uno strumento in grado di aiutare la nostra vallata nella diagnosi e nella gestione dell’emergenza sanitaria Covid 19 e, a distanza di due mesi, sono sempre più convinta di questa necessità, visto che persistono ancora le stesse criticità nella prevenzione del fenomeno, senza alcun miglioramento. Ho scritto al Direttore Generale della Asl su quanto accaduto con il macchinario “VitaPCR Menarini” per avere risposte chiare sulla loro decisione di sospendere l’utilizzo dello strumento all’Ospedale della Gruccia."

"Tutta la provincia di Arezzo utilizza il presidio del San Donato per le risposte sui tamponi,  generando tempi di attesa lunghi per il grande numero di campioni da analizzare -spiega Chiassai – incompatibili con la gestione della situazione, poiché una settimana di attesa per tutti i cittadini, ed in particolare, per gli operatori sanitari che sono tenuti a svolgere la loro attività lavorativa durante il periodo di attesa, hanno generato la diffusione del virus tra i colleghi di ospedali, distretti e Rsa, con percentuali tra l’80-90% dei casi positivi su Montevarchi e nel Valdarno. La comunità valdarnese si è attivata attraverso l’individuazione di un macchinario di qualità, per dare risposte in pochi minuti, con un contributo al Pronto Soccorso e alla valutazione dei pazienti da sottoporre ad intervento."

"L'acquisto e la successiva donazione del primo macchinario all'ospedale della Gruccia sono avvenuti solo previa valutazione attenta da parte della stessa Asl – continua Chiassai – che dopo una settimana di studio, ci ha autorizzato formalmente a procedere e successivamente ci ha permesso un ulteriore ordine per un altro macchinario e i relativi reagenti fermi, per i quali avevamo avuto dalla stessa Asl l'autorizzazione per metterli a disposizione anche di ospiti e operatori delle nostre Rsa. La sottoscritta è venuta a conoscenza della sospensione dell'utilizzo del macchinario e poi della dichiarazione della Asl di " non idoneità" solo attraverso la stampa, senza una comunicazione ufficiale. La notizia ha generato reazioni nella popolazione che giustamente ha diritto ad avere spiegazioni precise e certe."

"Chiediamo di sapere quale sia il problema – dice Chiassai – se la criticità è legata solo al macchinario donato dalla comunità montevarchina o se è un “difetto” di tutti i modelli “VitaPCR Menarini”. In tal caso, se in queste due settimane di sospensione del funzionamento del macchinario siano stati sospesi anche tutti gli altri 28 macchinari donati dalla Regione Toscana per altri ospedali e quelli acquistati dalla Asl. Alla luce anche delle dichiarazioni della casa produttrice Menarini sullo strumento “impiegato da più di 200 centri in Europa ed in Italia che lo hanno validato ricevendo anche parole di apprezzamento”, ho chiesto chiarezza  proprio alla Asl che prima ha autorizzato l'utilizzo dello strumento, per poi sospenderlo."

"Se la Asl non reputa più utilizzabile i macchinari Menarini, mi aspetto comunicazione formale e chiedo a questo punto che sia la stessa Asl a trovare una soluzione alternativa al problema – conclude Chiassai – con un macchinario che permetta all’Ospedale della Gruccia, che ricordo la stessa Regione Toscana ha passato a struttura di Primo livello come il San Donato di Arezzo, di diventare autonomo per effettuare tamponi e con esiti rapidi, vista la situazione di forte criticità che si è generata in Valdarno rispetto a tutta la provincia, in un territorio sul quale non è stata mai presa alcuna misura specifica, né un protocollo sanitario di Prevenzione, né tantomeno la ricerca di una soluzione con risposte in tempi accettabili. Considerando le preziose settimane perse, confidiamo  in una risoluzione delle criticità in tempi brevissimi”

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