La data fatidica è il primo ottobre. Sindacati e Istituzioni mobilitati. Già portati i libri in Tribunale. Una realtà attiva dal 1961
Altri operai, in questo caso 55, vivono con la spada di Damocle sulla testa. Sono i lavoratori della Cotto Pratigliolmi di Faella, azienda leader nella produzione del cotto, che hanno già saputo di essere sul baratro del licenziamento. L'azienda, nata nel 1961, ha già portato i libri contabili in Tribunale per la messa in liquidazione e annunciato la volontà di chiudere la struttura.
La vicenda è stata discussa in Comune a Piandiscò dal sindaco di Castelfranco Piandiscò Enzo Cacioli e i sindacati, Luciano Calemme, Feneal Uil, Gilberto Pittarello, Filca Cisl, Fabrizio Conti, Fillea Cgil, e le Rsu, Luciano Corsi, Mirko Brogi, Daniele Zoppi.
Negli ultimi anni i lavoratori hanno usufruito di ogni forma di ammortizzatori sociali. Adesso con la messa in liquidazione il rischio paventato è il fallimento. Il primo a prendere la parola è stato il sindaco Enzo Cacioli che ha già interpellato la Regione Toscana e l'azienda per trovare soluzioni alla situazione.
Enzo Cacioli: "L'azienda ha annunciato la volontà di licenziare i 55 dipendenti per cessazione di attività. Questo ci preoccupa e ci meraviglia perchè è un'azienda che riteniamo sana, capace di produrre materiale di alta qualità, pur davanti a una crisi del settore. La volontà dichiarata di chiudere l'impresa ci preoccupa. L'azienda è sana, capace di una forte tenuta nel mercato. Qui non si tratta di numeri ma di persone e di famiglie: il territorio riceverebbe un altro colpo grave in tutta l'attività produttiva".
L'azienda è passata dai 10milioni di fatturato di dieci anni fa ai 4 milioni dell'anno in corso. Ma secondo i sindacati avrebbe margini per continuare a operare vista la qualità professionale del lavoro svolto e la proprietà di una cava. La data del primo ottobre, entro la quale la società deve presentare un proprio piano al giudice, mette tutto in discussione.
Luciano Calemme, Feneal Uil: "L'azienda ha superato una crisi che ha toccato le maestranze: partiva da 96 dipendenti ed è arrivata a 55 in part time. Un crisi che è stata affrontata con tutti gli ammortizzatori sociali disponibili, con sacrifici dei lavoratori anche con uscite volontarie attraverso incentivi per salvare l'azienda. Dopo la firma del part time i sindaci revisori si sono dimessi, hanno portati i libri in Tribunale e il giudice ha dichiarato la liquidazione prima giudiziaria e poi ha affidato la liquidazione al curatore. Entro il primo ottobre l'azienda dovrà portare un piano per capire se si può superare la crisi. Facciamo appello all'imprenditoria locale: la Cotto Pratigliolmi ha una grande capacità produttiva, ha maestranze qualificate, ha una cava di proprietà. Con le sinergie adeguate può ancora dare lavoro nel settore del laterizio. Quella dei licenziameti è una situazione che noi dobbiamo scongiurare per il territorio, per i lavoratori e per le loro famiglie".
Fabrizio Conti, Fillea Cgil: "Abbiamo fatto cassa integrazione ordinaria e straordinaria. L'unica maniera poi per salvare i posti di lavori era concordare con l'azienda un piano di part time che abbiamo attuato dal mese di maggio. La soluzione: o l'attuale società ricapitalizza pesantemente se ne ha la forza oppure un imprenditore decide di investire nell'azienda. Ha difficoltà ma ha un marchio importante: volendoci investire potrebbe stare sul mercato".