Prime verifiche nelle aree potenzialmente inquinate dal cosiddetto KEU, materiale derivante dal trattamento dei fanghi di depurazione delle concerie. Nell’elenco dei siti che Arpat visiter, c’ anche Levane, dove secondo le indagini sono stati interrati 9mila tonnellate di rifiuti anche pericolosi
È in fase di avvio la campagna di controllo di Arpat delle acque dei pozzi privati che si trovano vicino a quelle aree interessate dal potenziale inquinamento dovuto all’utilizzo dei materiali contenenti il cosiddetto KEU, quello emerso dall'indagine che ha portato alla luce un sistema che ha visto l'infiltrazione della 'ndrangheta per smaltire rifiuti anche pericolosi, provenienti in particolare dalle concerie.
Le indagini hanno messo in luce che circa 9mila tonnellate di rifiuti sarebbero stati interrati anche a Levane, nell'impianto della Lerose Srl, come abbiamo ricostruito in questo articolo. E tra i siti che Arpat si appresta a controllare ci sono, per questo, anche una area agricola adiacente all’impianto Lerose di Bucine; e la stessa area occupata dallo stabilimento Lerose di Bucine.
Chi ha pozzi privati nelle vicinanze, tra l'altro, può ancora chiedere ad ARPAT di effetuare controlli specifici: già da alcuni giorni l'Agenzia sta raccogliendo le richieste provenienti dai cittadini attraverso il numero verde 800 800 400, attivo tutte le mattine dal lunedì al venerdì con orario 9,00 – 13,00 e il pomeriggio, dal lunedì al giovedì, con orario 14,00 – 18,00. "Al momento – spiega l'agenzia – abbiamo ricevuto circa 50 domande di analisi e, già nel pomeriggio di giovedì 22 aprile, sono iniziati i primi campionamenti", nello specifico in quel caso si tratta di pozzi situati nelle vicinanze della Strada Regionale 429, nell'empolese, sotto la quale secondo l'indagine sarebbero stati sotterrati rifiuti come sottofondo durante il cantiere di costruzione della strada.
"Tutta l’operazione ha avuto origine, nel 2017, anche grazie ad un’indagine di ARPAT, Dipartimento di Pisa – spiega Arpat in una nota – il KEU è un materiale derivante dal trattamento termico dei fanghi di depurazione prodotti dal depuratore Aquarno, nel quale vengono convogliati i reflui delle aziende conciarie di Santa Croce; le miscele di Keu, con altri materiali inerti, venivano qualificate come sottoprodotto e commercializzate dall’impresa di Lerose, come materiale per vari impieghi; a seguito di alcune indagini tecnico-analitiche, tuttavia, il materiale è risultato non possedere le caratteristiche necessarie per essere considerato un sottoprodotto, bensì un rifiuto speciale".
"Le attività dell’Agenzia a supporto della Regione e dell’Autorità giudiziaria, a questo punto, sono orientate a valutare quali effetti sulle matrici ambientali possa avere comportato l’utilizzo di questi materiali: si tratta di indagini complesse, da effettuare con particolare attenzione ai singoli siti e alla situazione idrogeologica degli stessi (permeabilità dei terreni, presenza di falde idriche, etc.), aspetto sicuramente rilevante dal punto di vista della diffusione o del confinamento delle sostanze inquinanti che possono essere rilasciate dai materiali utilizzati".