05, Novembre, 2024

Consip, finanziamenti per le Regionali e presunte minacce: è scontro tra Pd e Lorenzini. “Campagna denigratoria”

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In conferenza stampa l’attuale sindaco accusa: “Il Pd non sa come portare avanti la campagna elettorale, cerca solo di screditrami”. I soldi da Russo? “Mai conosciuto, fece da tramite per alcuni documenti, ce lo indicò Tiziano Renzi”. Dal canto suo, il Pd di Rignano presenta un esposto per diffamazione e calunnia sul caso delle presunte minacce a un potenziale candidato per la lista di Lorenzini

C'è uno scontro nello scontro, nella campagna elettorale di Rignano. È quello fra l'attuale sindaco Daniele Lorenzini, che ha lasciato il Pd per scendere in campo con una lista civica, e il Partito Democratico rignanese. Non è però, ormai, più soltanto una guerra locale: perché il caso Consip, con i presunti contatti fra la famiglia Renzi e Carlo Russo, le intercettazioni e le inchieste giornalistiche hanno catapultato Rignano sulla ribalta nazionale. 

L'ultimo caso sollevato riguarda proprio Lorenzini, e la sua campagna elettorale come candidato del Pd per le regionali del 2015 (che perse, tra l'altro). Campagna costata 15mila euro, 10mila dei quali da una società di Roma di cui fece da tramite proprio Carlo Russo. Lorenzini ne aveva riferito durante l'interrogatorio a cui fu chiamato a rispondere come persona informata dei fatti, e poi pubblicato negli ultimi giorni dal Fatto Quotidiano e da Marco Lillo nel suo libro. Il sindaco uscente riferisce ai magistrati di non aver saputo, se non di recente, chi fosse Russo, e comunque di non averlo mai incontrato. 

La pubblicazione di questo verbale scatena un duro attacco del Pd di Rignano, che su facebook scrive: "E quindi adesso dopo l'appartamento e la polizza sulla vita, abbiamo anche il contributo elettorale all'insaputa del beneficiato. Con tanto di scarico esponsabilità su un 'amico'. Non ci meravigliamo affatto, chi tradisce una volta tradisce sempre". Non solo: intervistato dal Corriere della Sera, l'attuale assessore e candidato in lista per il Pd, Roberto Bargilli, per tutti Billy, accusa Lorenzini: "Ma andiamo! Io gli ho fatto una telefonata, ma lui da Russo ha preso i soldi!". 

E così Daniele Lorenzini, con accanto l'attuale assessore Tommaso Cipro, convoca una conferenza stampa. "Voglio chiarire e replicare a queste accuse infamanti. D'altronde il Pd non sa come condurre una campagna elettorale e punta solo a screditarmi", commenta. "Quei 10mila euro sono stati un finanziamento di una società di Roma, di cui abbiamo tutti i documenti, per i quali il settore comunicazione del Pd nazionale ha indicato la mia campagna elettorale per le Regionali 2015. Campagna in cui mi ero candidato per il Partito Democratico. Non fui io a reperire quei finanziamenti, perché non sapevo nemmeno dove fosse quella società, ma fu il Pd di Rignano". 

"Avevamo bisogno dei documenti previsti per legge, da girare alla Corte d'Appello, su tutti i finanziamenti – precisa Cipro, che era mandatario allora – così chiesi a Tiziano Renzi chi contattare per averli, e mi fu dato il contatto di Carlo Russo. Dovetti insistere per avere la documentazione, che poi andai a ritirare a Santa Maria Novella dove arrivò da Roma, con un Eurostar, un vigile giurato. Carlo Russo non l'ho mai incontrato, né io né Lorenzini. Ci ho parlato solo per mail e in una telefonata, per sollecitare questi documenti", chiude Tommaso Cipro. "Tra l'altro – aggiunge il sindaco uscente – non risulta nemmeno che Russo sia nella compagine di questa società". 

Non solo. Daniele Lorenzini parla anche delle spese di quella campagna elettorale. "Costò in tutto 15mila euro, la parte più consistente, pari a 10mila euro più Iva, fu spesa per tutta la comunicazione: volantini, manifesti, lettere e quant'altro, che furono affidate alla Eventi6, che alla fine emise regolare fattura. Sia il finanziamento ricevuto dalla società di Roma, sia queste spese, sono tutte documentate e le carte sono da due anni in mano alla Corte d'Appello", ribadisce ancora il sindaco uscente. La Eventi6 è società di comunicazione e marketing di Rignano, di proprietà della famiglia Renzi. Su questo finanziamento, ora, il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli ha presentato un'interrogazione in Consiglio regionale.

 

 

Non c'è solo il caso Consip, però. Questa mattina infatti il Pd di Rignano ha deciso di presentare un esposto in merito al caso delle presunte minacce a una persona che avrebbe dovuto candidarsi nella lista di Lorenzini, caso al centro, a sua volta, di un esposto presentato dallo stesso sindaco ai carabinieri. "A seguito delle notizie apparse su alcuni organi di informazione circa presunte minacce operate da propri iscritti a danno di possibili candidati per una lista diversa Il Partito Democratico di Rignano sull'Arno comunica di aver depositato presso la Stazione dei Carabinieri locale un esposto per diffamazione, calunnia e tutti gli altri eventuali reati che l'autorità giudiziaria dovesse ravvisare in merito alla vicenda. Si auspica che venga fatta rapidamente chiarezza sui fatti realmente avvenuti", scrive il Pd. 

"Su questa vicenda – commenta Lorenzini – ribadisco ancora una volta che il mio, come sindaco, era un atto dovuto. Evidentemente c'è chi la pensa diversamente. Nelle interviste la candidata Pd parla di un clima segnato da provocazioni: non sono io, a provocare. E non sono nemmeno un traditore, come continuano a dire. Così come non accetto critiche sul presunto isolamento di Rignano, insinuazioni sulla mia intenzione di ricandidarmi alle prossime regionali, o di una mia adesione ad Articolo1: smentisco tutto categoricamente", conclude il sindaco. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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