Si tratta di una metodica applicata ai minori che non possono parlare come tutti gli altri
"Comunicazione aumentativa alternativa", una metodica che viene applicata nella Clinica di Riabilitazione Toscana ai bambini che non possono parlare nel modo più ovvio, quello verbale. I motivi sono diversi: dalle patologie note a quelle di difficile individuazione.
"La utilizziamo – annuncia il Presidente Marco Mugnai – per i minori in trattamento dopo un'attenta valutazione da parte dell'equipe multidisciplinare integrata UFSMIA (Area Vasta Sud-Est Valdarno) e CRT su obiettivi e strategie comunicative specifiche da raggiungere per i pazienti. La Clinica ha consegnato nuovi ausili e strumenti nonché un software destinati all'incremento della qualità delle prestazioni riabilitative dei piccoli pazienti del Valdarno".
“Aiutiamo i bambini ad avere strumenti per attivare relazioni con gli adulti e i coetanei – ricorda la dottoressa Franca Cuculi, responsabile del servizio UFSMIA dell’Usl. Questa è una tappa del percorso evolutivo delle nostre attività”.
"Alla parola verbalizzata si sostituisce l'immagine di riferimento. Un disegno o una foto vengono associati ad un oggetto e questo consente al bambino di capire che ci sono altri modi per comunicare oltre a quello verbale. Gli operatori della CRT mettono a sua disposizione una tabella composta da più fogli, elaborata al computer, personalizzata sulle base della sua condizione e dei suoi problemi. Le immagini hanno una didascalia, utile soprattutto ai "parlanti" che dialogano con lui ma anche al piccolo che si prepara ad andare a scuola e quindi ad imparare a leggere e scrivere".