Un centinaio di persone all’assemblea voluta dal sindaco di Montevarchi. Ci sono politici, associazioni, ex amministratori. Solo due i sindaci che intervengono. Ma il bilancio della serata è un’altalena di entusiasmo e pessimismo, senza ancora una linea comune
Sarà un puzzle complicatissimo, in cui i pezzi da mettere a posto sono ancora tanti. Il percorso verso la costituzione del Comune unico parte, ma lo fa in un coro che, all'assemblea voluta dal sindaco di Montevarchi Francesco Maria Grasso, ha cantato con tante voci diverse.
Oltre un centinaio di persone presenti, per lo più politici, esponenti di associazioni e del mondo produttivo, amministratori. E anche tanti cittadini, seduti in mezzo. Ad aprire la serata è proprio Grasso, che nel suo discorso introduttivo rilancia la sua idea: "Il Valdarno ha bisogno di una governance unica, che copra almeno i nove comuni del versante aretino, anche se potremmo aprire anche a quello fiorentino".
Le strade? "A mio parere sono due: o il processo viene guidato dalla politica, e allora si passa dai consigli comunali, che è la strada più breve; oppure, ci vuole una mobilitazione dal basso, da un comitato di cittadini che raccolga le firme necessarie. Un percorso più lungo, a mio avviso, ma se la prima strada non funziona, questa è l'alternativa".
Ma quando il dibattito si apre, le posizioni che emergono sono tante e spesso distanti. Sostegno pieno viene dal mondo delle categorie economiche del Valdarno, che da anni spingono su questo tasto: unificazione significa semplificazione e razionalizzazione di servizi e procedure, e quindi il mondo degli imprenditori guarda a favore del Comune unico del Valdarno.
Tra i politici, il più entusiasta è Enzo Brogi. "Questa è un'occasione storica: a mio avviso per tutto il Valdarno, aretino e fiorentino insieme, che devono avere una amministrazione omogenea. Non dobbiamo perdere questa opportunità".
Guarda invece ancora più avanti Giorgio Valentini, ex sindaco di Montevarchi, che sul Comune unico del Valdarno aveva scritto un libro sette anni fa: "Ogni proposta ha il suo tempo: oggi è il momento delle grandi riforme istituzionali. E a mio avviso limitare la proposta ad un Comune unico del Valdarno oggi non basta più: in uno scenario in cui, mi auguro, le province verranno definitivamente abolite, i comuni dovranno essere primo livello di rappresentanza. Per farlo devono avere peso politico: dunque non solo il Valdarno deve unirsi. Ci vuole un processo aggregativo di ambito regionale. Il nuovo Consiglio regionale che si formerà proponga una geografia con 30, 40 comuni al massimo in Toscana: oppure lo facciano i cittadini, con una proposta di legge di iniziativa popolare, raccogliendo 5mila firme".
Ed è la 'terza strada', quella disegnata da Valentini. Una riforma che non ridisegni soltanto il Valdarno, ma l'intera Regione Toscana. E magari su iniziativa dei cittadini, partendo anche da qui. Il dibattito, insomma, si allarga a toccare prospettive ancora più ampie. A riportare tutti con i piedi per terra, però, sono i sindaci. Anzi: sono i soli due sindaci presenti, e che prendono la parola. Perché a farsi notare, e pesare, è anche l'assenza di tutti gli altri.
Due sindaci, Tanzini di Bucine e Viligiardi di San Giovanni, che offrono altri due punti di vista ancora diversi. "Questi sono processi difficili – esordisce Pietro Tanzini – e non bisogna partire se prima non si hanno certezze sulle conseguenze che porteranno. Verifichiamo che davvero si migliorino i servizi, e che si abbattano le spese. Allora ne possiamo discutere: sennò il percorso è inutile, non piacerà ai cittadini e nemmeno a me. Non vorrei fare la fine dell'Ato dei rifiuti, con l'arrivo del gestore unico, invece di spendere meno, è andata a finire che spenderemo tutti di più".
"Dopo anni di parole e tentativi andati a vuoto – ha detto Maurizio Viligiardi – io penso che oggi sia la politica l'unica a poter portare avanti davvero questo processo. Ma guidare certe transizioni non è affatto semplice: si deve fare i conti con diversità economiche, sociali e culturali che segnano i comuni del Valdarno. Non bastano più le buone intenzioni, ci vuole un processo partecipativo, che coinvolga i cittadini ma che sia guidato dalla politica. E perché funzioni, bisogna prima partire dall'unificazione dei servizi, dimostrando che è possibile".
A fare da corollario, i dubbi dei cittadini: quelli che hanno preso la parola, hanno espresso tutta la difficoltà nel capire scopi e meccanismi di un processo come questo. Vantaggi e svantaggi del Comune unico? Non sono stati affrontati con numeri, dati, simulazioni e prospettive. Un lavoro che sarà rimandato ai prossimi mesi, probabilmente: perché il Comitato, ha ribadito in chiusura Francesco Grasso, intanto nascerà, partendo da chi vuole condividere questo obiettivo. "E' importante, da ora, far nascere il comitato per iniziare a condividere questo progetto e iniziare a muoversi nel territorio per approfondire questi temi".