A Figline Valdarno, all’interno di Palazzo Pretorio, si trova un autentico tesoro storico: ‘la Campana di Figline’. Questo straordinario manufatto non è soltanto un capolavoro artistico, ma porta con sé una storia ricca di conflitti, politica e identità culturale. In questo articolo, esploreremo a fondo la storia di questa campana unica e il suo profondo significato nella cultura di Figline Valdarno.
Un bottino di guerra e un dono significativo – La storia della Campana di Figline ha inizio nel lontano 1384, quando un abile maestro campanaro fiorentino la forgiò. Originariamente, questa campana era destinata al castello di Susinana, situato a Palazzuolo sul Senio, che era stata fino a poco tempo prima il centro del potere della famiglia Pagani-Ubaldini. Tuttavia, a seguito della conquista del castello da parte del Comune di Firenze e della sua successiva demolizione nel febbraio del 1387, in seguito a una ribellione della popolazione locale, anche la campana conobbe un destino simile.
La definitiva scomparsa del castello di Susinana venne anticipata dal trasferimento di tutte le armi, gli attrezzi e le strutture smontabili rinvenute all’interno delle sue mura. La campana, installata soltanto tre anni prima, fu anch’essa trasferita a Palazzuolo sul Senio, che divenne la sede del vicariato.
Il dono e il monito di Firenze – l’11º giugno dello stesso anno, in occasione della festa di San Barnaba e in commemorazione della vittoria guelfa nella Battaglia di Campaldino, Firenze prese una decisione che avrebbe segnato la storia di Figline Valdarno. La campana fu attribuita a rappresentanti della comunità figlinese. Una lettera di accompagnamento, inviata da Firenze al vicario di Palazzuolo sul Senio e autorizzando la consegna della campana, auspicava che essa, nella sua nuova sede valdarnese, servisse come monito e deterrente contro i Ghibellini.
In effetti, già dal secolo precedente, l’abitato di Figline e la sua popolazione avevano dimostrato una certa ambivalenza nei confronti della Repubblica fiorentina. Nel 1366, si era addirittura giunti all’omicidio di uno dei rappresentanti più autorevoli del partito guelfo figlinese, senza che gli autori potessero essere individuati e puniti. Questi atti avevano un chiaro movente politico, soprattutto perché l’anno successivo la comunità aveva promosso la stesura di uno statuto che, in modo provocatorio, non era stato inviato a Firenze per l’approvazione. Questa mossa sottolineava l’autonomia figlinese.
Una decisione motivata dalla politica Tuttavia, la crescente preoccupazione della classe dirigente fiorentina riguardo alla lealtà di Figline Valdarno all’autorità centrale deve aver alimentato delle perplessità. La decisione, presa poco tempo prima, di dotare l’abitato e la sua piazza di mercato di mura difensive, rischiava di trasformare Figline in un possibile centro di resistenza per la popolazione locale e per alcuni membri della sua élite che potevano sfuggire al controllo politico.
Per risolvere questa situazione, venne costruito il cassero, l’odierno Teatro Comunale Garibaldi, come residenza stabile e fortificata per una guarnigione fiorentina. Allo stesso tempo, si decise di espellere i presunti Ghibellini al di fuori delle mura della città, mentre si cercava di popolare Figline con individui e famiglie presumibilmente di fede guelfa.
La fedeltà di Figline e il suono della campana La fedeltà della popolazione di Figline Valdarno a Firenze fu messa alla prova durante il rischioso tentativo di assalto subito nel novembre del 1379. Durante questo assedio, la popolazione dimostrò la propria lealtà, impedendo l’occupazione dell’abitato da parte di un gruppo di armati, ai quali avrebbero potuto unirsi alcuni Ciompi banditi dalla città. Le porte vennero sbarrate, costringendo gli assalitori a una ritirata precipitosa. Come riportò il cronista Marchionne di Coppo Stefani, “se solo avesse avuto una campana a gridare dietro di loro”, grazie all’allarme dato, non si sarebbe potuto salvare alcun nemico.
Otto anni dopo, la Campana di Figline avrebbe lasciato definitivamente la valle del Senio per trasferirsi nella sua residenza attuale, con il dichiarato intento di fungere da deterrente contro qualsiasi possibile tentativo di rivolta anti-fiorentina. Tuttavia, forse già allora non era più necessario “frenare la superbia dei molti Ghibellini che risiedevano all’interno dell’abitato”, come recitava un documento ufficiale qualche anno prima. I rintocchi della campana erano ormai diventati parte integrante della vita di tutti coloro che li udirono, sia nei dintorni che all’interno delle mura della Terra di Figline.
Un simbolo duraturo dell’identità di Figline Valdarno – In conclusione, la Campana di Figline è un simbolo intramontabile dell’identità culturale della cittadina. Incisa con le parole che celebrano la sconfitta dei Ghibellini, la campana rappresenta la fedeltà di Figline Valdarno a Firenze e la sua determinazione nell’affermare la propria autonomia.
Fonte: Comune di Figline Incisa