29, Marzo, 2024

Cartelle ritoccate, condannati i due medici del Monoblocco. Epilogo del caso che portò Striscia la Notizia in Valdarno

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Condannati a otto mesi per falsità materiale Roberto Migliari e Pierluigi Leone: nel 2006 ritoccarono la cartella di un paziente del reparto di urologia del Santa Maria alla Gruccia. A sollevare il caso fu un altro medico, Costantino Ciari: che per denunciare tutto chiamò Striscia la Notizia

Finisce con una condanna a otto mesi per falsità materiale il processo al tribunale di Arezzo a carico di Roberto Migliari e Pierluigi Leone, i due medici che nel 2006 lavoravano come primario e medico del reparto di urologia dell'Ospedale del Valdarno. L'accusa per loro era di aver falsificato la cartella di un paziente deceduto. 

I fatti vennero portati alla luce da un altro medico dello stesso reparto, il dottor Costantino Ciari. Fu lui a chiamare Valerio Staffelli e Striscia la Notizia, per denunciare tutto.

I Fatti. Un paziente anziano viene ricoverato nel reparto di urologia. Subentra un'infezione che spinge i medici a disporne il trasferimento all'ospedale di Arezzo, senza però indicare nella cartella clinica un trattamento a base di antibiotici a cui è stato sottoposto. Dopo qualche settimana l'uomo muore. Il primario chiama il dottor Costantino Ciari e lo invita a ritoccare la cartella clinica per inserire il trattamento. Lui si rifiuta, e Migliari si rivolge a Leone: ma Ciari fa in tempo a fotocopiare la cartella prima e dopo le modifiche. 

Dalla denuncia di Striscia partirono poi le indagini, portate avanti dall’allora sostituto procuratore Roberto Rossi, oggi a capo della procura di Arezzo, e nel 2011 il processo dal Gup, finito con l'assoluzione dall'accusa di omicidio colposo, e l'inizio del processo per falsità materiale, accusa per la quale i due medici, rappresentanti in aula dagli avvocati Coppi, Melani Graverini e Molino, sono stati condannati oggi a otto mesi. 

Per Costantino Ciari, nel frattempo, un'altra sentenza, strascico di tutta la vicenda, era arrivata nel 2012: il Giudice del Lavoro di Arezzo lo riconobbe come vittima di vessazioni da parte della Asl8, riconoscendogli anche un risarcimento di 182mila euro più le spese processuali. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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