Claudio Bonci, valdarnese e da sempre appassionato di storia ed archeologia, socio storico dell’Archeo club Valdarno, ha fortuitamente scoperto delle iscrizioni rupestri su un blocco di arenaria, che potrebbero permettere di leggere in una chiave diversa la preistoria del Chianti.
Era febbraio, al tramonto, e Claudio era in giro col suo cane, Garibaldi. Claudio aveva fretta di rientrare, ma Garibaldi si è improvvisamente fermato nei pressi di un lastrone di arenaria e non voleva in nessun modo muoversi! Tornando verso “Gari”, come lui chiama affettuosamente il suo cane, ha notato dei segni sul blocco di arenaria, che ad un esperto di archeologia come lui non potevano sfuggire. Incuriosito, è tornato più volte in loco per studiarli e rendendosi conto di aver trovato qualcosa di importante, ha contattato diversi esperti in materia.
“Emerse subito la difficoltà data dal fatto che non ci sono in Toscana e soprattutto nelle nostre zone delle testimonianze dirette – afferma Bonci – per cui decisi di rivolgermi addirittura al Centro Camuno di Arte Rupestre Preistorica di Brescia. Mi risposero con entusiasmo e vennero a fare un sopralluogo dal quale è scaturita una collaborazione ancora in corso. Gli archeologi del Centro stanno facendo, infatti, i pendolari da Brescia a Vertine per studiare le incisioni: si tratta di tre spirali quasi complete ed altre parziali, ma tutte uguali per forma e dimensione, che ricordano altri segni ritrovati in diverse zone europee. Secondo i membri del centro bresciano – termina Bonci – l’area presenta un grandissimo interesse di studio, non essendoci reperti del genere a latitudini come le nostre”.
I primi a supportare Claudio nella sua scoperta sono stati i membri del Gruppo Escursionisti della Berardenga e il Gruppo Escursionisti dell’Alto Chianti ed il sito potrebbe essere chiamato “Garibaldi”, in onore del fedele amico a quattro zampe di Bonci, la cui sosta ha portato a questa importante scoperta