08, Novembre, 2024

Cadla-Despar, scorte al termine e negozi vuoti in Valdarno. Ad Arezzo lavoratori in stato di agitazione

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

La Cadla, titolare del marchio Despar Eurospar per molti punti vendita del centro Italia, non rifornisce più i magazzini. Ad Arezzo, sede principale, i dipendenti distribuiscono le ultime merci. Punti vendita verso la chiusura anche a San Giovanni, Montevarchi e Figline. I sindacati: “Incontriamo la proprietà, ma ci auguriamo proposte ragionevoli e positive”

Con gli scaffali vuoti e le scorte in magazzino che stanno per terminare, la chiusura dei punti vendita Despar della Cadla, anche in Valdarno (quelli di San Giovanni, Montevarchi e Figline) potrebbe arrivare a giorni. Ma sui motivi di questa crisi, e sulle intenzioni dell'azienda, resta buio fitto. Tanto che ad Arezzo, dove ha sede la Cadla e dove sono i magazzini, in questi giorni i lavoratori aprono lo stato di agitazione. 

"I lavoratori – commenta il segretario provinciale della Cgil, Alessandro Mugnai – hanno dimostrato consapevolezza della gravità della situazione e senso di responsabilità. Continueranno a farlo anche in futuro. Vorremmo analogo atteggiamento da parte della proprietà. Chiedere ai dipendenti di distribuire le ultime merci rimaste in magazzino, senza dare spiegazioni e senza chiarire in modo ufficiale cosa significa una struttura vuota, vuol rendere la situazione ancora più difficile. Da qui lo stato di agitazione, il presidio davanti ai cancelli del magazzino e il conseguente blocco di tutte le attività ad eccezione di quelle amministrative, indispensabili al disbrigo delle sole pratiche correnti a supporto della trattativa in corso". 
 
La vertenza Cadla è giunta quindi ad uno snodo, ma gli incontri in realtà vanno avanti da settimane, in silenzio. “Abbiamo alle spalle mesi di estenuanti trattative tra la Rsu, la federazione di categoria e la direzione aziendale. Un confronto alla ricerca di una soluzione non facile – continua Mugnai – i dipendenti hanno fatto la loro parte, accettando i contratti di solidarietà e quindi una riduzione del 30% dell’orario di lavoro e sono state evitate azioni sindacali che determinassero l’interruzione del servizio ai consumatori. Ci auguriamo che mercoledì, all'incontro fissato, la proprietà arrivi con proposte positive e ragionevoli, funzionali al proseguimento delle attività e alla tutela dell’occupazione. Noi, d’intesa con i lavoratori, la Rsu e la nostra federazione di categoria, presenteremo le nostre".
 
In ballo, in realtà, ci sono quelle trattative intraprese dalla Cadla per vendere i punti vendita SMK a marchio Despar e Eurospar a due importanti società del settore. Trattative in cui i dipendenti Cadla chiedono di avere voce in capitolo. Se il passaggio di proprietà dovesse avvenire, quindi, la merce potrebbe ritornare sugli scaffali. Ma i dipendenti aspettano di capire quale sarebbe il loro ruolo, in tutto questo.
 
“Il futuro Cadla è incerto – conclude Mugnai – riteniamo che a tutti i livelli debba prevalere senso di responsabilità, volontà di dialogo e capacità di raggiungere insieme il miglior livello di soluzione possibile. E questo nella consapevolezza che la gravità della crisi economica e il calo dei consumi rende tutto oggettivamente più difficile". 
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati