La Cadla, titolare del marchio Despar Eurospar per molti punti vendita del centro Italia, non rifornisce più i magazzini. Ad Arezzo, sede principale, i dipendenti distribuiscono le ultime merci. Punti vendita verso la chiusura anche a San Giovanni, Montevarchi e Figline. I sindacati: “Incontriamo la proprietà, ma ci auguriamo proposte ragionevoli e positive”
Con gli scaffali vuoti e le scorte in magazzino che stanno per terminare, la chiusura dei punti vendita Despar della Cadla, anche in Valdarno (quelli di San Giovanni, Montevarchi e Figline) potrebbe arrivare a giorni. Ma sui motivi di questa crisi, e sulle intenzioni dell'azienda, resta buio fitto. Tanto che ad Arezzo, dove ha sede la Cadla e dove sono i magazzini, in questi giorni i lavoratori aprono lo stato di agitazione.
"I lavoratori – commenta il segretario provinciale della Cgil, Alessandro Mugnai – hanno dimostrato consapevolezza della gravità della situazione e senso di responsabilità. Continueranno a farlo anche in futuro. Vorremmo analogo atteggiamento da parte della proprietà. Chiedere ai dipendenti di distribuire le ultime merci rimaste in magazzino, senza dare spiegazioni e senza chiarire in modo ufficiale cosa significa una struttura vuota, vuol rendere la situazione ancora più difficile. Da qui lo stato di agitazione, il presidio davanti ai cancelli del magazzino e il conseguente blocco di tutte le attività ad eccezione di quelle amministrative, indispensabili al disbrigo delle sole pratiche correnti a supporto della trattativa in corso".
La vertenza Cadla è giunta quindi ad uno snodo, ma gli incontri in realtà vanno avanti da settimane, in silenzio. “Abbiamo alle spalle mesi di estenuanti trattative tra la Rsu, la federazione di categoria e la direzione aziendale. Un confronto alla ricerca di una soluzione non facile – continua Mugnai – i dipendenti hanno fatto la loro parte, accettando i contratti di solidarietà e quindi una riduzione del 30% dell’orario di lavoro e sono state evitate azioni sindacali che determinassero l’interruzione del servizio ai consumatori. Ci auguriamo che mercoledì, all'incontro fissato, la proprietà arrivi con proposte positive e ragionevoli, funzionali al proseguimento delle attività e alla tutela dell’occupazione. Noi, d’intesa con i lavoratori, la Rsu e la nostra federazione di categoria, presenteremo le nostre".
In ballo, in realtà, ci sono quelle trattative intraprese dalla Cadla per vendere i punti vendita SMK a marchio Despar e Eurospar a due importanti società del settore. Trattative in cui i dipendenti Cadla chiedono di avere voce in capitolo. Se il passaggio di proprietà dovesse avvenire, quindi, la merce potrebbe ritornare sugli scaffali. Ma i dipendenti aspettano di capire quale sarebbe il loro ruolo, in tutto questo.
“Il futuro Cadla è incerto – conclude Mugnai – riteniamo che a tutti i livelli debba prevalere senso di responsabilità, volontà di dialogo e capacità di raggiungere insieme il miglior livello di soluzione possibile. E questo nella consapevolezza che la gravità della crisi economica e il calo dei consumi rende tutto oggettivamente più difficile".