Anche a Cleveland si alza l’interesse per il bassorilievo di Buglioni, opera che fu trafugata nel 1905 da una cappella di Ponte agli Stolli, e che oggi si trova esposta proprio al Cleveland Museum of Art. L’inchiesta di Valdarnopost, nata grazie all’interrogazione della senatrice Corrado e con la collaborazione dello storico dell’arte Victor Veronesi, ha suscitato grande interesse anche oltreoceano, tanto che la tv News5Cleveland e il quotidiano online Cleveland.com hanno dedicato servizi e articoli alla vicenda.
Sulla tv cittadina, il giornalista Clay LePard ha ricostruito in un lungo servizio tutta la vicenda, intervistando Veronesi e citando anche gli articoli di Valdarnopost, che “hanno portato una rinnovata attenzione all’opera e al suo possibile passato”.
Anche il quotidiano Cleveland.com si è occupato della vicenda con un articolo a firma di Steven Litt, in cui tra le altre cose si legge: “Il Cleveland Museum of Art ha dichiarato di non aver avuto contatti ufficiali dal governo italiano per le domande sollevate da un quotidiano italiano a maggio sul fatto che una scultura rinascimentale italiana che l’istituzione possiede dal 1921 sia stata rubata da una cappella in Toscana a i primi anni del 1900. Valdarno Post, quotidiano regionale della Toscana, ha pubblicato due storie che esploravano se una grande scultura in ceramica smaltata del XVI secolo di Benedetto Buglioni, ora esposta nelle gallerie della collezione permanente del museo di Cleveland, fosse stata rubata da una cappella di Ponte agli Stolli, una frazione fuori Figline e Incisa Valdarno, una comunità di 23.000 a circa 45 minuti a sud est di Firenze. Il museo ha affermato in una e-mail in risposta agli articoli, venuti alla luce lunedì a Cleveland in un articolo trasmesso e online pubblicato da WEWS Channel 5, che non ha avuto “nessuna indicazione” che lo stato dei Buglioni “è una questione in sospeso” per l’Italia. […] Un aggiornamento pubblicato martedì da Valdarno Post include nuovi dettagli sul presunto furto ricavati dagli archivi dell’Archivio di Stato di Firenze, a cui ha avuto accesso il quotidiano con l’aiuto di Victor Rafael Veronesi, studioso che indaga sui Buglioni”.
L’articolo però sottolinea anche che “Il museo ha avuto una storia recente di collaborazione con governi stranieri, in particolare Italia e Cambogia, restituendo oggetti che si dice siano stati rubati o saccheggiati prima che il museo li acquisisse in buona fede attraverso regali o acquisti. Nel 2008, il museo ha restituito 14 oggetti all’Italia, tra cui 13 antichità che sarebbero state saccheggiate e trafficate tra il 1975 e il 1996. Un quattordicesimo oggetto, una croce processionale gotica, è stato rubato da una chiesa vicino a Siena. […] E nel 2017, il museo ha restituito un antico ritratto marmoreo romano di Druso Minore dopo aver appreso che era stato apparentemente rubato da un museo provinciale vicino a Napoli”.
Insomma, non c’è una chiusura totale del Cleveland Museum of Art per la questione delle restituzioni di opere che effettivamente siano state trafugate. Certo servirebbe un interessamento dall’Italia, a partire, in via auspicabile, dal Ministero della Cultura.