25, Aprile, 2024

Bar Rondine, ritornano i ladri: in tre all’assalto in piena notte, nonostante i sistemi di sicurezza

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“Per noi è come ripiombare nell’incubo”, racconta il titolare. A poco sono servite le nuove inferriate installate dopo i tre colpi di aprile. E i malviventi, ripresi dalla videosorveglianza ma a volto coperto, se ne sono andati con un magrissimo bottino: “Dentro il bar non teniamo ormai più niente di valore”

Ancora un colpo al Bar Rondine, lungo la provinciale 540 a Bucine. Dopo i tre furti registrati uno dopo l'altro, ad aprile, ritorna l'incubo per i titolari: "Avevamo installato nuove inferriate, che si sommano all'allarme e al sistema di videosorveglianza del benzinaio. Sembrava avesse funzionato, ora invece ci risiamo", racconta Mauro Parrucci.

Quelle inferriate non sono bastate a fermare il nuovo assalto, avvenuto lunedì notte. L'allarme scatta alle 2,50: sono in tre, a volto coperto come mostreranno poi le telecamere, una sembrerebbe una donna. Aggirano l'ostacolo delle inferriate, forzando la serratura della porta finestra all'entrata di servizio. 


Una volta dentro, si rendono conto che il bottino sarà scarso. "Non teniamo più niente di valore all'interno già da aprile", spiega il titolare. E allora i malviventi raccolgono quello che possono: qualche bottiglia, il computer per la contabilità. "Con un'ascia hanno persino sfondato la porta del bagno, forse pensavano ci fosse qualche cassaforte. Tutti danni che ora dovremo risistemare", commenta Parrucci. 

Tutto dura pochi minuti: ma quando arriva la pattuglia dei carabinieri, chiamati quando è scattato l'allarme, dei tre ladri non c'è più traccia. Forse qualcuno li aspettava con un'auto pronta per la fuga. A terra, nel locale, restano invece gli attrezzi per lo scasso, compresa l'ascia. La denuncia è stata sporta contro ignoti e sono i carabinieri i titolari delle indagini. 

"Ritorna per noi il senso di amarezza, tra l'altro negli ultimi giorni ci sono stati anche molti furti nelle case, a Bucine ma più in generale in Valdarno. Ogni volta si ripiomba nell'angoscia", conclude Mauro Parrucci. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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