18, Novembre, 2024

Aumento Tari, insorgono le categorie economiche: “Così si distruggono le imprese”

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Le nuove tariffe approvate in sede di Ato Toscana Sud, con il voto contrario anche di alcuni sindaci del Valdarno, secondo alcuni potrebbero portare con sé aumenti sul fronte della Tari. “Assurdo anche soltanto pensarlo, sarebbe un aumento di costi senza corrispettivo aumento dei servizi”

"Improponibile, anche solo l'ipotesi". Di aumento della Tari non vogliono proprio sentirne parlare, i rappresentanti delle categorie economiche. Cna, Confartigianato, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, che insieme rappresentano l'intero tessuto economico e produttivo del Valdarno, firmano insieme un documento in cui chiudono, fin da subito, la porta a qualsiasi rincaro. 

Che la Tari aumenti non è ancora una certezza. Ma in sede di Ato Toscana Sud, l'assemblea dei sindaci (con alcuni voti contrari, fra cui il sindaco di San Giovanni Viligiardi) ha approvato la base su cui si calcola la nuova tariffa 2017, che stabilisce i costi dei servizi. È stato lo stesso Viligiardi a commentare che, con quella delibera, "si propone di incrementare le tariffe Tari a causa di un aumento dei costi applicati per il conferimento agli impianti senza un corrispettivo aumento dei servizi o dell'offerta". Il rischio insomma c'è. 

E le categorie economiche oggi commentano: "Esprimiamo stupore e disappunto anche solo sull’ipotesi di questi paventati aumenti. Primo, perché un'assemblea di Sindaci è certamente consapevole della gravità della crisi economica in atto e che il sistema economico non ha bisogno di sostegni morali da una parte e di aumenti tariffari dall'altra. Secondo: saremmo di fronte a un aumento dei costi senza un corrispettivo aumento dei servizi. Questi eventuali aumenti, insomma, contraddirebbero palesemente il famoso “sostegno alle imprese” di cui c’è tanto bisogno".

Le associazioni di categoria poi puntualizzano: "Ci sembra incomprensibile che alcune amministrazioni pubbliche non abbiano ancora capito che se non si vuole distruggere il sistema economico e sociale, è necessario trovare tutte quelle soluzioni per non chiedere ulteriori aumenti dei costi alle imprese rimaste nel territorio, intraprendendo un percorso per ridurre le imposte o i costi. La Tari, ex Tarsu, ex Tia ed ex Tares (speriamo di non avere dimenticato alcuna variante) è poi oggetto di discussione da molti anni. Il Ministero dell'economia, tra l'altro, ha chiarito che non possono essere soggetti a Tari i locali produttivi, in cui cioè si producono rifiuti speciali e non urbani: ma né questo né le sentenze della Cassazione hanno ancora convinto comuni e gestore".

"È ormai necessaria e non più rimandabile – concludono le categorie economiche – una corretta definizione della Tari non solo per rendere più leggero il tributo per le imprese, ma anche per determinare una tassazione coerente con gli obiettivi di tutela ambientale. E, in ogni caso, invitiamo i Sindaci dell'Ato della nostra vallata a impegnarsi ad attuare tutte quelle decisioni per il bene delle imprese del nostro territorio e in prima istanza a respingere eventuali ipotesi di aumento delle tariffe. Siamo convinti che la loro credibilità, quando parlano di ripresa economica e di sostegno alle imprese locali, passi anche da qui".

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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