Il progetto per la realizzazione di una tensostruttura con giochi per bambini nell’area verde di via Fratelli Cervi andrà avanti: ma il sindaco Silvia Chiassai Martini si è detta disponibile ad incontrare il Comitato dei residenti e trovare insieme soluzioni che possano venire incontro anche alle esigenze manifestate dai tanti cittadini che sono intervenuti alla seduta del Consiglio comunale aperto convocato per l’occasione, e dagli oltre settecento che hanno firmato la petizione. La seduta consiliare che si è svolta nel tardo pomeriggio di mercoledì 18 ha visto la partecipazione di molti cittadini, che hanno animato un dibattito acceso ma mai fuori dalle righe, con una apertura al dialogo lanciata in particolare proprio dal Comitato dei residenti.
Ha esordito il sindaco Chiassai Martini: “Cerco di fare ancora una volta chiarezza. L’Amministrazione il 13 giugno scorso ha pubblicato un avviso per mettere a disposizione una parte dell’area verde per una struttura con finalità ludico ricreativa per bambini. L’iter di affidamento è stato espletato regolarmente, il proponente è stato esaminato e valutato dalla commissione tecnica. Abbiamo rispettato tutte le procedure di legge, anche sul fronte dei controlli. L’area è stata concessa con un doppio interesse pubblico: da una parte avevamo l’obbligo di legge di individuare una struttura per casi di emergenza di protezione civile, di facile accesso e dotata dei servizi essenziali; dall’altra offrire ai cittadini una attività per le famiglie, da utilizzare in particolare nel periodo invernale, visto che non ce sono altre sul territorio comunale. Abbiamo unito così i due interessi pubblici”.
Nel ribadire che la procedura è già approvata, e quindi che “né la raccolta firme né il Consiglio comunale possono fermare l’iter”, il sindaco Chiassai ha ricordato i dettagli tecnici del progetto: “L’area messa a bando è di 7.500 metri quadri, e la tensostruttura (idonea dunque ad essere usata in caso di emergenze) occuperà circa 1.200 metri quadri; contando anche i giochi nel periodo estivo, l’area occupata nel complesso sarà di 1.700 metri quadri. Il resto rimarrà tutto liberamente accessibile ai cittadini, ma la manutenzione sarà comunque a carico del privato che in caso di emergenza di Protezione civile dovrà liberare la struttura in 24 ore e metterla a disposizione delle necessità”. Chiassai ha infine espresso dispiacere per il mancato incontro con il Comitato del Giglio, che aveva contattato personalmente.
In tanti i cittadini che hanno preso parola, esprimendo le proprie impressioni anche in maniera appassionata e accesa. “Non avete pensato al disagio che arrecate ai cittadini”. “Non si capisce chi sia ad aver chiesto questa struttura, il sindaco non l’ha mai detto. Perché allora non ascoltare le nostre richieste? Noi siamo i cittadini del Comitato dei residenti, e non ci ha mai contattato”. “Ci troviamo di fronte ad un fatto compiuto, possibile che non esistesse una soluzione diversa? Una zona differente per queste tensostrutture?”. “Quel posto ci riempie il cuore, è assurdo veder costruire lì quell’obbrobrio”. “Non sarà più un bene pubblico: diventa altro, visto che la struttura per bambini sarà con accesso a pagamento”. Ribadito dai cittadini che il Comitato di riferimento della petizione è quello dei residenti: “Non è il Comitato Giglio, siamo un altro Comitato di cittadini, e non siamo mai stati contattati”. Anche il presidente del Comitato Giglio, Stefano Neri, ha ribadito la distinzione spiegando la vicenda dell’incontro saltato con il sindaco.
Ancora, tra gli interventi: “Il verde pubblico è un presidio di salute, benessere, una difesa dell’ambiente per abbattere l’inquinamento. Toglierli, come è successo qualche anno fa con i giardini Spinelli trasformati in un supermercato, non è un’azione a favore dei cittadini, ma solo dell’interesse privato”. “Quell’area verde è un vanto di inclusione e trasversalità, era già un’area che svolge una funzione ludico ricreativa. Possibile che in tutto il comune non ci sia un’area più adatta, e senza impattare sul verde pubblico?”, ha detto una signora commossa.
Ilaria Nocentini, portavoce del Comitato dei cittadini, ha concluso la parte degli interventi del pubblico con un messaggio di apertura: “Vorremmo far vedere insieme che il dialogo è possibile, che ci sono condizioni per trovare soluzioni che soddisfino tutte le parti, che si possa aprire un sereno confronto, rispondendo alle esigenze di tutti i cittadini. Non è troppo tardi. Si può sospendere il progetto per motivate esigenze: il Consiglio di stasera mi sembra che dimostri che l’esigenza c’è. Abbiamo già raccolto oltre settecento firme e continueremo a raccoglierne altre. Noi ci siamo, e saremo sempre interessati e presenti a dialogare”.
Chiassai ha replicato ai cittadini: “Questa non è una procedura in cui prima si consulta i cittadini e poi si prendono decisioni, non è l’iter che normalmente si segue in questi casi. Io capisco che l’area stia particolarmente a cuore ai residenti, ed è legittimo; ma vorrei sottolineare che amministrare significa prendere decisioni, e il consenso non può mai essere generale, qualunque decisione si prenda. Il sindaco si assume delle responsabilità, e io mi assumo la responsabilità di questa scelta come di tutte le altre che ho preso nel mio mandato; in questo caso ho unito l’obbligo di legge di individuare una zona di protezione civile con l’esigenza espressa da molte famiglie di trovare uno spazio per portare i bambini al chiuso. Andiamo ad aggiungere un servizio, non a toglierlo: e questo è il doppio interesse pubblico a cui ho fatto riferimento fin dall’inizio della seduta”.
Infine hanno preso la parola i capigruppo consiliari. Bertini (PD): “Quella di stasera è stato un grande esercizio di democrazia, una seduta che abbiamo ottenuto con fatica. L’invito al dialogo che è venuto dal Comitato è prezioso, l’Amministrazione dovrebbe coglierlo a braccia aperte. Un sindaco non ha solo il dovere di prendere decisione: ha anche quello di ascoltare i cittadini. Non è una decisione già presa, invito il sindaco ad aprirsi al dialogo”. Camiciottoli (Avanti Montevarchi-Europa Verde): “Nostro dovere, anche come Consiglieri comunali, è lavorare, costruire delle risposte e trovare anche un compromesso. Bisogna partire però dalle esigenze che hanno espresso i cittadini proprio stasera. Ricordiamoci che uno spazio pubblico è valorizzato se viene goduto liberamente dai cittadini: non se produce reddito per il comune”. Camiciottoli ha poi invitato il sindaco a rendere pubblici i progetti, in modo che sia chiara a tutti qual è l’area destinata alle strutture. Cristina Rossi (Impegno Comune): “Mi rivolgo ai Consiglieri di maggioranza: questo è il momento di usare l’intelligenza politica e accogliere le richieste dei cittadini. Il sindaco ha fatto una scelta, ma non c’è niente di male a rivederla. Fa parte della democrazia. Davanti ad una partecipazione così accorata, a motivazioni forti, si può ripensare la decisione presa”. Chiara Masini (Valdarno Centro): “Il Comitato ha espresso una posizione pacata e di buon senso, e un dialogo effettivo. Un percorso che io credo debba iniziare, perché l’ascolto è importante, soprattutto se ce lo chiedono oltre settecento cittadini, che hanno firmato la petizione”.
Ha concluso Chiassai: “Ribadisco il fatto che non ci sono gli estremi per ritirare la concessione dell’area, voglio essere sincera con tutti. L’aggiudicatario ha già acquistato la tensostruttura, e in caso di recesso ovviamente chiederebbe i danni al comune. Io però sono ben disponibile ad accettare l’invito della signora Nocentini, a nome del Comitato, e di incontrarli per valutare insieme il progetto del privato, trovando soluzioni anche tenendo conto dei vostri suggerimenti”.
La registrazione della seduta