28, Marzo, 2024

“Annullati tutti gli accordi firmati finora insieme ai nostri diritti”, le Rsu di Coop.Fi insorgono

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Le Rsu della Coop.Fi di Montevarchi lamentano comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori e un tentativo di offuscare l’attività delle rappresentanze sindacalo unitarie

Dopo lo sciopero dei lavoratori della grande distribuzione nei mesi di novembre e dicembre non si placa la protesta dei dipendenti Coop.Fi. Questa volta, però, sono le Rsu della struttura di Montevarchi che lamentano da parte della cooperativa una serie di comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori.

"L’ultimo episodio di quest’atto di forza datato 28 dicembre ha visto la direzione aziendale disconoscere tutti gli accordi firmati in precedenza emulando così Marchionne che ha inaugurato questa sciagurata pratica. Ma almeno lui non rappresentava una Cooperativa. Vogliamo ricordare che, al di là di simpatie e antipatie, quando vengono cancellati i nostri diritti di collettività anche le condizioni individuali si indeboliscono e finiscono per essere annientati tutti i presupposti per stare nel luogo di lavoro con dignità e in modo libero come previsto dallo Statuto dei lavoratori e dalla nostra Costituzione. Presupposti necessaria che per distinguere una Cooperativa da un'Azienda ed accedere a quegli sgravi fiscali che vengono sostenuti dalla collettività". 

Una situazione che non si è creata all'improvviso, raccontano le Rsu, Angela Acconci, Johnny Nannini, Cristina Donatelli e Andrea del Vecchia, e che il 31 dicembre ha avuto un ulteriore sviluppo: il 31 dicembre, infatti, ai dipendenti è stato presentato il nuovo orario senza confronto nè possibilità di modifiche, con turni che iniziano anche alle 5.00.

Le rappresentanze sindacali unitarie continuano: "Il 90% dei lavoratori è costituito da donne che hanno una famiglia e figli e quindi notevoli difficoltà soprattutto con gli orari spezzati che hanno pause anche di 4 ore".

Eppure le Rsu precisano: "È necessario partire ricordando che il negozio di Montevarchi ha prodotto nel corso degli anni continuamente utili per Unicoop Firenze, (a partire dall’apertura nel 94’) compreso l’anno in cui è avvenuta la ristrutturazione dove il negozio è stato un cantiere aperto per oltre metà anno, per arrivare all’anno scorso in cui l’utile netto è stato di  1400000 euro. Considerando che in tutti questi anni sono cambiati continuamente direzioni e responsabili mentre i lavoratori sono rimasti gli stessi, riconoscere ad essi parte del merito ed averne rispetto sembrerebbe il minimo". 

"Nel corso degli stessi anni l’azienda ha sempre trovato nella Rsu del punto vendita un interlocutore con cui ha siglato numerosissimi accordi, non ultimo quello del 24/05/2014, attraverso il quale s’introduceva all’interno del punto vendita l’organizzazione del lavoro a 'griglie' e grazie al quale la quasi totalità dei lavoratori part time accettavano la flessibilità. Vale la pena di ricordare che si era arrivati a quell’accordo dopo che la sinergia fra Rsu ed azienda aveva spostato dal punto vendita più di 70 lavoratori divenuti 'eccedenze' a seguito di una 'ristrutturazione' decisa in modo univoco dall’azienda stessa, ed è anche necessario tener conto che mai la Rsu ha fatto ricorso a vertenze o ad altre azioni legali negli oltre venti anni di attività". 

Le rappresentanze sindacali unitarie continuano raccontando l'ultimo confronto con i dirigenti della cooperativa: "Nell’ultimo incontro fatto con l’ azienda la Rsu aveva confermato la disponibilità a concedere l’ingresso alle 5 nei reparti PLS e generi vari nonostante le assemblee avessero mostrato di non essere propense ad avallare tale concessione e di concedere qualche turno in piu a fronte delle 22 che non erano concedibili in quanto le assemblee mai avevano dato disponibilità in tal senso. La Rsu aveva anche chiesto che fossero rivisti gli orari di 'barriera casse' ed 'assetto casse', in quanto non equi rispetto a tutti gli altri contenendo spezzati con 3,45 ore di buco fra i due turni, cosa che non da diritto neanche al buono mensa, che comunque tali coperture si potevano effettuare con due turni unici".

Le Rsu concludono spiegando che nonostante gli sforzi e le attività sindacali la cooperativa ha alla fine interrotto le trattative:

"La risposta dell’ azienda è stata l’interruzione improvvisa e unilaterale della trattativa con la Rsu e successive riunioni con i lavoratori, in cui sono state volutamente create due categorie: i privilegiati che hanno visto i loro orari addirittura migliorati ed i reietti che dovranno fare sia le 5 che le 22 e/o spezzati con 3.45 ore di pausa. Tale strategia è stata concepita per dividere i lavoratori e relegare in una minoranza alcuni di loro al fine di far passare una linea  di condotta che tra breve investirà tutti, ma soprattutto per colpire e screditare una Rsu che a dire della sede sarebbe colpevole di un punto vendita troppo sindacalizzato".

 

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